MOSCA – Le “truppe occidentali in Ucraina sono un bersaglio legittimo”. Le dure parole del presidente russo Vladimir Putin riassumono la presa di posizione del Cremlino nei confronti dell’Europa. A distanza di un solo un giorno dalla riunione della coalizione dei Volenterosi, a Parigi, il confronto tra Russia e Occidente sulle sorti dell’Ucraina è tornato al centro di un dibattito dai toni aspri.
La posizione del Cremlino
Nel dichiararsi “disposto a vari tipi di incontri sulla risoluzione del conflitto in Ucraina, inclusi colloqui trilaterali con Trump e Zelensky”, Putin ha affermato di essere assolutamente contrario alle garanzie militari europei e statunitensi per la difesa di Kiev. “Qualsiasi truppa occidentale a sostegno di Kiev diventerebbe, automaticamente, un bersaglio per Mosca”, ha dichiarato.
In un’intervista al quotidiano russo Izvestia, il portavoce di Mosca, Dmitri Peskov, ha accusato i Paesi europei di “ostacolare la risoluzione del conflitto in Ucraina”. L’Europa, secondo le parole del portavoce russo, avrebbe come obiettivo quello di trasformare l’Ucraina nel “centro di tutto ciò che è anti-russo”.
L’incontro tra Putin e Trump
Nella giornata di ieri, il presidente statunitense si è mostrato pronto a parlare con il suo omologo russo: “Parlerò con Putin, abbiamo un buon dialogo”. Un’apertura al dialogo che è emersa anche dalle parole del portavoce del Cremlino. Come dichiarato da Dmitry Peskov, presto potrebbe essere organizzato un incontro tra Trump e Putin, “proprio come è stato organizzato rapidamente l’incontro in Alaska”. Il portavoce russo ha poi attaccato i Paesi europei, con i quali sarebbe impossibile “una comunicazione reale”. L’Europa, a detta di Peskov, sarebbe infatti “poco costruttiva nella visione dell’attuale fase di sviluppo e dell’attuale situazione in Ucraina”.
Le dichiarazioni di Zelensky
Collegato da remoto alla prima giornata del Forum Teha di Cernobbio, il presidente ucraino Volodomyr Zelensky chiede di “aumentare la pressione su Mosca e di coinvolgere il sud del mondo”. Putin, secondo le parole di Zelensky, “non vuole chiudere la guerra ma se la pressione aumenterà, forse lo spingerà a farlo”. Per questo è necessario l’aiuto di “Usa, Europa e Paesi del Sud globale”. Ringraziando i 26 Paesi che si sono detti disponibili ad appoggiare la sicurezza di Kiev, il presidente dell’Ucraina sottolineato l’importanza che le “garanzie di sicurezza promesse dai Paesi della coalizione dei volenterosi scattino subito senza attendere la fine dei combattimenti”.