epa05871729 Iraqi rescue workers take a part in a search operation for the bodys of victims under the rubble of houses destroyed during the fighting between the Iraqi forces and Islamic state group at the New Mosul district, western Mosul, Iraq, 22 March 2017 (Issued 26 March 2017). According to media reports on 25 March 2017, Iraqi military will put on hold the offensive to recapture Mosul city from the Islamic State (IS) after more than 150 civilian died from US-led airstrikes on New Mosul district. The airstrikes were conducted at the request of the Iraqi forces, according to a statement by the Combined Joint Task Force of the Coalition. EPA/OMAR ALHAYALI

Mosul, troppe vittime civilila denuncia è di Amnesty"Violata legge umanitaria"

150 cittadini morti nel raid di Jadida aperta inchiesta su operato coalizione

Centinaia di civili uccisi durante i bombardamenti degli ultimi mesi a Mosul, questo il preoccupante rapporto giunto da Amnesty International sulle azioni della coalizione anti-Isis in Iraq. L’esercito a guida Usa, alleato con gli ufficiali iracheni, avrebbe adottato dallo scorso dicembre una «preoccupante tendenza a realizzare attacchi aerei incuranti della situazione dei civili». L’ultimo dei quali il 17 marzo, nel quartiere di Jadida, avrebbe portato a più di 150 morti, abbattendo abitazioni con intere famiglie all’interno.

Da mesi, voci provenienti dai testimoni degli attacchi accusavano la coalizione di non aver preso le necessarie precauzioni per preservare i civili, ancora bloccati in città. Il governo iracheno ha, da tempo, invitato i cittadini di Mosul a restare nelle loro case in attesa di essere raggiunti dai soccorsi. Questo per frenare la tendenza auto-distruttiva di coloro che, in fuga, venivano spesso intercettati da miliziani Isis o morivano durante raid in zone non sicure.

Dopo Jadida, nonostante le rassicurazioni del segretario della difesa James Mattis secondo cui «non esiste una forza militare al mondo che sia più attenta di quella americana alle morti civili», il Pentagono ha aperto un’inchiesta sui raid aerei realizzati a Mosul. Hindi Amir Ahmad, 23 anni, ha perso undici parenti durante quell’attacco, come riferisce a Bbc.com. «La casa ci è crollata addosso, letteralmente – dice, in un quartiere in cui non erano nemmeno rimasti combattenti dello Stato Islamico – la coalizione ha davvero pensato a come proteggerci durante questa guerra? A me sembra di no».

Donatella Rovera, che si occupa per Amnesty dell’indagine sulle azioni militari a Mosul, sostiene un grave fallimento da parte della coalizione nella protezione dei civili, a giudicare dai numeri delle perdite. «Raid aerei immotivati e sproporzionati violano la legge umanitaria internazionale e possono costituire crimini di guerra».

L’indagine del governo iracheno su Jadida per ora differisce dai risultati Amnesty: non ci sarebbero segni di attacchi aerei, quanto più i resti della detonazione di un enorme veicolo-trappola. Questo lascerebbe i “meriti” dell’azione ai jihadisti, scagionando la coalizione. Cifre più precise sono state richieste, ma non fornite. Il primo ministro iracheno al Abadi ha, però, denunciato a gran voce «tentativi di disinformazione» da parte dell’Amnesty.

Gloria Frezza

Gloria Frezza (Ortona a Mare, 13/12/1991) Nel 2010 si trasferisce a Roma per studiare Lettere Moderne all’Università La Sapienza. Completato il ciclo triennale, intraprende una Laurea Magistrale in Editoria e Scrittura nel medesimo ateneo, che conclude con il massimo dei voti nel gennaio 2016. Dal 2014 collabora con la testata online “Ghigliottina”, scrivendo di cultura ed eventi. Dall’ottobre 2016 è iscritta al Master Biennale in Giornalismo dell’Università Lumsa di Roma.