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HomeEsteri Nani (Open Doors): “In Nigeria i cristiani rischiano la vita sei volte più dei musulmani”

“In un anno uccisi
3100 cristiani in Nigeria
da gruppi jihadisti”

Christian Nani, direttore di Open Doors

“Le cause sono anche climatiche”

di Lorenzo Giovanardi10 Novembre 2025
10 Novembre 2025

Il direttore di Open Doors Christian Nani

Open Doors è un’organizzazione internazionale che monitora la persecuzione dei cristiani nel mondo. Il direttore Cristian Nani spiega a Lumsanews lo scenario nigeriano.

Direttore Nani, perché in Nigeria muoiono tanti cristiani?

La Nigeria è un paese segnato da conflitti interni, che coinvolgono gruppi terroristici di matrice islamica quali Boko Haram e l’Islamic State West Africa Province (Iswap), il cui obiettivo dichiarato è l’islamizzazione del paese. Se sei cristiano, hai una probabilità 6,5 volte più alta di essere ucciso rispetto a un musulmano”.

Quali sono i motivi?

“I fattori sono economici, etnici e persino climatici, senza trascurare la povertà, poiché quando non hai nulla sei suscettibile alla radicalizzazione da parte dei gruppi islamisti.
La desertificazione causata dal global warming ha spinto gruppi di pastori, come gli allevatori di etnia Fulani, più a sud alla ricerca di terre fertili per il loro bestiame, spesso invadendo le terre coltivate dai cristiani”.

Quante sono state le chiese assaltate nel territorio nigeriano?

“Se prendiamo in considerazione solo i dati dal 1 Ottobre 2022 al 31 settembre 2024 , sono state assaltate più di 850 chiese o edifici connessi, come scuole od ospedali. Bisogna poi ricordare che questi dati sono conservativi, basati sugli incidenti che è stato possibile registrare. I numeri reali sono molto più alti. Inoltre, è importante considerare che ancora non abbiamo una stima dei dati aggiornati al 2025, ma durante quest’anno la Nigeria e, in particolare, lo stato di Benue, è stato teatro di attacchi che hanno generato una crisi di sfollati”.

Il governo locale sta facendo qualcosa per fronteggiare questa situazione?

“I cristiani in Nigeria non ricevono un’adeguata protezione né dal governo locale né dalla polizia. Le forze di sicurezza spesso intervengono in ritardo o ignorano gli avvertimenti, mentre il sistema giudiziario è ostacolato da corruzione e interferenze politiche. La creazione di un “Human Rights Desk” nell’esercito non ha prodotto risultati significativi e la risposta statale è percepita come inefficace, contribuendo a un clima di impunità. A seguito delle ultime dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti, che ha citato proprio i dati di Porte Aperte, il presidente nigeriano Tinubu ha ribadito che la Nigeria è un Paese “con garanzie costituzionali per la protezione di cittadini di tutte le fedi”, negando quindi l’evidenza dimostrata anche dai dati che abbiamo citato”.

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