HomeCultura New York, murales cancellati. Ricco imprenditore condannato a risarcire 6,7 milioni

New York, murales cancellati
Costruttore condannato
a risarcire 6,7 milioni

5Pointz, sanzione record al tycoon che

distrusse i graffiti icona dell’hip hop

di Siria Guerrieri19 Febbraio 2018
19 Febbraio 2018

A Long Island, nel cuore della Grande Mela, c’è il simbolo della street art, l’essenza stessa del writing. E’ 5Pointz: una sorta di Notre Dame dei graffiti, meta dei writer di tutto il mondo. Fino al novembre del 2013, quando un ricchissimo imprenditore decide di cancellare tutti i murales storici. In una sola notte Jerry Wolkoff fa imbiancare tutte le opere d’arte icona della cultura hip hop ed espressione dell’arte di strada. Perché è il proprietario dell’edificio, al 45-46 di Davis Street, su cui sono stati dipinti i graffiti. E al posto del vecchio palazzo su cui è sorto il tempio della street art, il magnate vuole costruire due grattacieli nuovi di zecca.

Un affare milionario. Almeno a prima vista, perché la mancanza di scrupoli da uomo di affari senza cuore è finita per costargli una fortuna. Un giudice federale di Brooklyn ha ordinato infatti al costruttore di risarcire 6,7 milioni di dollari ai 21 artisti autori dei murales cancellati. Il magistrato ha stabilito che pur essendo il proprietario degli edifici, il magnate non aveva diritto di cancellarli. Perché, scrive il giudice, “i graffiti sono arte a tutti gli effetti, protetta dalla legge degli Stati Uniti: chi intenzionalmente li distrugge deve risarcire il loro autore”.

I writer un anno fa si erano rivolti al tribunale, sperando che la loro vicenda potesse fare scuola. La sentenza su 5Pointz, ha detto il legale degli autori dei graffiti distrutti, Eric Baum, “rappresenta un’eredità per generazioni di artisti a venire”. Del resto erano stati proprio gli stessi graffiti a trasformare Long Island da una zona afflitta negli anni Novanta dalla criminalità e dallo spaccio di droga nel vivace quartiere residenziale che è oggi.

Ed è stata proprio questa trasformazione a fare gola al ricco imprenditore, che ha visto nel vecchio edificio dipinto dagli street artist una fabbrica di soldi. Senza fare i conti però con Frederic Block, il giudice che per la prima volta nella storia ha riconosciuto il pieno valore artistico dei graffiti e ha accordato ai loro creatori il massimo del risarcimento.

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