OSLO – Il Nobel per la Pace 2025 è stato assegnato a Maria Corina Machado, leader dell’opposizione al presidente Nicolás Maduro in Venezuela. Il premio va a una “coraggiosa e impegnata paladino della pace – spiega il Comitato Nobel – una donna che mantiene accesa la fiamma della democrazia in mezzo a un’oscurità crescente”. Al riconoscimento ambivano 338 candidature: 94 organizzazioni e 244 persone, tra cui anche il presidente americano Donald Trump, che sosteneva di aver raggiunto una serie di successi diplomatici.
Chi è Maria Corina Machado
“Sono sotto shock!”. Lo stupore accompagna la prima reazione della Machado dopo l’annuncio della vittoria. Nata nel 1967, Machado è una politica, ingegnere e attivista venezuelana per i diritti umani. È stata deputata dell’Assemblea Nazionale del Venezuela dal 2011 al 2014, nonché fondatrice del movimento politico Vente Venezuela. Da più di 20 anni si batte per elezioni libere e giuste e si è espressa a favore dell’indipendenza giudiziaria, dei diritti umani e della rappresentanza popolare. In corsa per la presidenza nel 2023, la sua candidatura è stata però bloccata dal regime, suscitando la mobilitazione dell’opposizione collettiva.
Sempre favorevole a una soluzione negoziata e ordinata, Machado si è appellata anche al coinvolgimento della comunità internazionale. In un’intervista a Repubblica ha dichiarato: “Noi, il popolo venezuelano, abbiamo fatto tutto. Abbiamo corso nelle presidenziali con le regole della tirannia, abbiamo vinto, e lo abbiamo dimostrato. Quindi, se il mondo o qualche governo stanno pensando di guardare dall’altra parte, immaginate dove andrebbero finire la volontà e la sovranità popolare nel mondo occidentale. Significherebbe che le elezioni non valgono nulla”.
Esulta la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che su X esprime le sue congratulazioni direttamente alla vincitrice: “Questo premio onora non solo il tuo coraggio e la tua convinzione. Ma ogni voce che si rifiuta di essere messa a tacere. In Venezuela e in tutto il mondo. Invia un messaggio potente. Lo spirito di libertà non può essere imprigionato. La sete di democrazia prevale sempre”. “Un premio per un intero movimento”: la scelta dell’attivista tra i tanti candidati rispecchia anche la volontà del Comitato di riconoscere l’azione di difesa della democrazia, tanto minacciata in un momento in cui la democrazia è così minacciata.
Il sogno tramontato di Trump
L’assegnazione del premio a Machado dissolve definitivamente le speranze del presidente americano Donald Trump, che aveva tanto ambito a raggiungere il traguardo. Trump sarebbe stato così il quinto presidente americano a vincere il Nobel, dopo Theodore Roosevelt, Woodrow Wilson, Jimmy Carter e Barack Obama. Gli sforzi messi in campo da Trump per risolvere il conflitto tra Israele e Hamas con il piano di pace – e che proprio nelle ultime ore ha portato a un primo cessate il fuoco nella Striscia – non è stato sufficiente. Ma nonostante l’appoggio ricevuto da diversi Paesi, tra cui la Russia con il consigliere del Cremlino Yury Ushakov – che si era dichiarato favorevole a sostenere la decisione – il desiderio espresso da Donald Trump di ricevere il premio è stato smontato direttamente dal presidente del comitato Nobel, Jorgen Watne Frydnes, affermando che la decisione si basa solo sul “lavoro e sulla volontà di Alfred Nobel”.