Fuocoammare a Hollywoodnomination ufficialein corsa per l'Oscar

Il regista Gianfranco Rosi: "Bel segno contro i muri di Trump"

È uscito nelle sale cinematografiche di 13 paesi. Ha conquistato l’Orso d’Oro di Berlino come miglior film. E ora, è in corsa per il premio più importante dell’anno. Gli Oscar. Oggi è arrivato l’annuncio ufficiale durante l’evento organizzato per comunicare tutte le nomination: Fuocoammare è tra i canditati al miglior Film documentario del 2016. Il film, firmato dal regista di origine eritrea Gianfranco Rosi, e prodotto da 21Uno Film, era stato inizialmente inserito nella lista dei candidati per il premio Miglio film straniero, ma era poi stato escluso ad una selezione successiva.

La notizia è stata accolta con grande entusiasmo. In diretta streaming da Tokyo Rosi ha commentato la candidatura: “Un bel segno contro i muri Trump. D’altronde – ha aggiunto – una delle reazioni più forti per Fuocoammare è arrivata proprio dalle proiezioni in America, probabilemnte per la trasversalità della storia. I deserti californiani sono come il Mediterraneo, dei cimiteri”, ha concluso. La pellicola tratta infatti del tema attuale dell’immigrazione. Racconta la vita a Lampedusa, isola che accoglie due realtà parallele: quella di chi ci è nato e ci vive, e quella dei migranti che sbarcano dal Nordafrica attraverso il mare. Tra i protagonisti c’è il dottor Pietro Bartolo, medico di Lampedusa che si trova ad affrontare in prima persona i problemi sanitari che riguardano i migranti, le gravidanze e le numerose morti. Bartolo di recente ha raccontato la sua esperienza anche in un libro, Lacrime di sale. “Con il cinema – ha aggiunto Rosi – non si può cambiare il corso della storia, ma ho sempre sperato che il grido d’aiuto nel film venisse colto e questo credo che sia successo.”

La notte del 26 febbraio Fuocoammare si giocherà il premio insieme ad altri quattro docu-film: I am Not Your Negro, Life Animated, OJ: Made in America e 13th. Tutti, tranne Life Animated, trattano il tema dell’Africa e degli afroamericani. I am Not Your Negro è il documentario diretto da Raoul Peck e basato su Remember This House, libro incompiuto di James Baldwin, uno tra gli scrittori statunitensi più importanti e attivi nella lotta al razzismo. Mentre OJ: Made in America e 13th racconta lo spaccato della società americana attraverso la storia di O.J. Simpson, campione di football americano accusato di omicidio. Il suo caso giudiziario ha dato vita al primo processo mediatico nella storia degli Stati Uniti, facendo emergere i nodi più intricati della società americana: il razzismo, la violenza della polizia, i privilegi ai ricchi, la violenza sulle donne. Tutti temi che, a distanza di oltre 20 anni, sono ancora decisamente attuali.

Giulia Turco

Giulia Turco, 22 anni. Approda al Master in Giornalismo dopo la Laurea triennale in Lettere Moderne, conseguita a Bologna, la sua città. Inglese, francese, spagnolo le lingue apprese durante gli studi, che le permettono di coltivare una delle sue più grandi passioni: il viaggio. Parole chiave: curiosità, passione, determinazione. Fanno di lei un occhio attento, pronto a cogliere e interpretare i grandi e piccoli cambiamenti delle società di oggi.