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HomeEconomia Occupazione femminile in crescita, ma permane il “tetto cristallo” e il gap con l’Ue

Cresce l’occupazione femminile
ma permane “tetto cristallo”
Ancora alto il gap con Ue

Cnel-Istat, aumento per over 50

Donne più istruite degli uomini

di Elisabetta Guglielmi07 Marzo 2025
07 Marzo 2025
occupazione femminile

Occupazione femminile | Foto di Unsplash

ROMA – L’occupazione femminile in Italia è in crescita anche se in un contesto di grande disparità. Questo è quanto emerge dal Rapporto Cnel-Istat dal titolo Il lavoro delle donne tra ostacoli e opportunità, presentato a Roma a Villa Lubin giovedì 6 marzo.

Una dinamica positiva iniziata nel 2008

Prosegue dunque la dinamica positiva del mercato del lavoro per la componente femminile. Dal 2008 al 2024 l’incremento del tasso di occupazione delle donne è di 6,4 punti. La crescita è dovuta, però, soprattutto al segmento delle lavoratrici ultracinquantenni. Mentre per le lavoratrici che hanno tra i 25 e i 34 anni l’incremento si ferma a 1,4 punti, per le over 50 l’aumento raggiunge i 20 punti.

Permane il gap con l’Ue

La crescita non permette, però, di diminuire l’ampio divario con gli altri principali paesi europei. Il tasso di occupazione femminile risulta infatti inferiore di 12,6 punti rispetto alla media Ue. Quello dell’Italia è il valore più basso tra i 27 paesi europei. Il gap di genere nel tasso di occupazione è quasi il doppio della media Ue: 17,4 punti contro 9,1 punti. Secondo il rapporto Istat, un quarto delle donne che lavora presenta uno o più elementi di vulnerabilità contro il 13,8% gli uomini.

Forti disparità territoriali

Al gap con l’Ue si aggiungono le forti disparità territoriali. Le regioni del Nord e del Centro, tranne il Lazio, hanno raggiunto l’obiettivo del 60% previsto dalla Strategia di Lisbona 2010, mentre nessuna regione meridionale ha raggiunto il target europeo. Secondo il rapporto pubblicato dall’Istituto Inapp dal titolo L’insostenibile inattività. Il lavoro delle donne che manca, sono quasi 1 milione e 300 mila le donne inattive che sarebbero invece disponibili a lavorare. In un paese dai profondi divari territoriali, in tema di occupazione femminile e disponibilità di servizi di cura e assistenza, la progressiva contrazione della classe 15-64 anni in un Paese in rapido invecchiamento e a bassa natalità pone problemi di crescita economica e di sostenibilità complessiva del sistema di welfare.

Pensionate Cgil, ‘in campo per difendere i diritti delle donne’

Il sindacato dei pensionati della Cgil, in occasione dell’8 marzo, ricorda che le donne italiane ricevono in media pensioni inferiori del 33,2% rispetto agli uomini. Queste cifre, come sottolinea la segretaria generale Tania Scacchetti, “rafforzano le ragioni e le rivendicazioni portate avanti dalla Cgil anche attraverso la campagna referendaria. Lavoro sicuro, dignitoso, ben retribuito”.

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