Papa Francesco ha ordinato 19 nuovi sacerdoti raccomandando loro misericordia e umiltà. Nove sono italiani, mentre gli altri vengono da Madagascar, Perù, India, Colombia, Cile, Corea del Sud: a tutti Bergoglio ha spiegato chi è il bravo prete, citando il Vangelo di Giovanni. Come il “buon pastore” che offre la vita per le pecore, così i sacerdoti devono dedicarsi ai fedeli, aiutandoli nel momento del bisogno e rendendosi sempre disponibili. Ecco perché per Papa Francesco “è brutto un sacerdote che vive per piacere a se stesso, che fa il pavone” in quanto è importante piacere a Dio, non a se stessi.
Ma le raccomandazioni, durante la cerimonia a San Pietro, non sono finite qui. Il Pontefice ha ricordato l’importanza della messa, esortando i nuovi sacerdoti a non essere noiosi nelle omelie, ma a tirar fuori le parole del cuore. La celebrazione non deve diventare meccanica, artificiale: quelli che si ripetono ogni domenica sono gesti importanti che vanno eseguiti senza avere fretta. Questo anche perché i sacerdoti devono dare il primo esempio e non soltanto con le parole, ma soprattutto con i fatti. Pensiamo al confessionale dove, secondo il Pontefice, non si deve mai condannare ma concedere il perdono; o al Battesimo, che non si rifiuta mai a chi lo chiede. D’altronde lo stesso Francesco ha battezzato il figlio di una coppia non ancora sposata in chiesa e ha sempre deplorato l’atteggiamento dei preti che rifiutano il sacramento a figli di ragazze madri o di coppie omosessuali.
Corinna Spirito