France's President Emmanuel Macron, right, welcomes Lebanon Prime Minister Saad Hariri, prior to a meeting, at the Elysee Palace, Paris Friday, Sept. 1, 2017. (ANSA/AP Photo/Thibault Camus) [CopyrightNotice: Copyright 2017 The Associated Press. All rights reserved.]

Il premier libanese Haririaccetta l'invito di MacronPresto sarà in Francia

Potrebbe arrivare a Parigi entro 48 ore Ancora sconosciuti i motivi della fuga

Il Premier libanese Saad Hariri potrebbe arrivare a Parigi nelle prossime 48 ore. È quanto comunicato dall’Eliseo nella serata di ieri in una nota, ribadita poi dal ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian. Il Premier dimissionario e la sua famiglia nutrono stretti legami con la Francia, tanto che l’ex presidente Jacques Chirac a fine mandato andò a vivere in un’abitazione messa a disposizione proprio dagli Hariri nel centro di Parigi.

Intanto il primo ministro libanese, attualmente ancora a Riad, ha incontrato l’ambasciatore russo Serghei Kozlov. La portavoce del ministero degli Esteri di Mosca Maria Zakharova ha fatto sapere che la Russia “sostiene con forza la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale di questo paese amico”. Il ministro degli Esteri libanese Gebran Bassil, fa sapere il ministero, sarà domani a Mosca per un incontro con il suo omologo russo Serghei Lavrov.

Le motivazioni della fuga del premier libanese sono ancora avvolte dal mistero: le sue dimissioni in diretta tv da Riad hanno fatto il giro del mondo e si sono rincorse sin da subito le ipotetiche motivazioni di tale gesto. Al centro potrebbero esserci le pressioni esercitate dall’Arabia Saudita sul governo di Hariri, formato anche da esponenti di Hezbollah, storicamente ostili alla monarchia di Riad.

Dall’Arabia Saudita, Hariri aveva letto una dichiarazione in cui segnalava minacce alla sua vita e denunciava i tentativi iraniani di interferenze nella politica libanese, chiedendo anche che Hezbollah venisse disarmato.

Quest’ultima richiesta è sembrata subito piuttosto strana tanto da far pensare ad una forzatura. Si è diffusa quindi la convinzione che Hariri fosse ostaggio dei sauditi, portando i libanesi sunniti e sciiti a richiedere compatti il rilascio del loro premier.

Giulia Torlone

Aquilana di nascita, si è laureata in Italianistica e vive a Firenze. Ha lavorato nel settore della cooperazione internazionale occupandosi di ufficio stampa. Redattrice su temi di diritto alla cittadinanza e giustizia sociale, ha concentrato il suo lavoro sui Paesi del bacino del Mediterraneo.