Propaganda Isis, su rivista online due ostaggi in vendita

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La strategia comunicativa del terrore messa in atto dallo Stato Islamico segna un nuovo passo in avanti. Sul numero di mercoledì scorso della rivista online Dabiq, due pagine pubblicitarie sono riservate ad un’offerta di vendita di due ostaggi, con tanto di numero da contattare per pagare riscatto e trasferimento (nessuna indicazione, invece, sull’eventuale prezzo di partenza). Su fondo nero campeggiano le foto segnaletiche di fronte, di profilo e a tre quarti di Ole Johan Grimsgaard Ofstad, norvegese di 48 anni, e di Fan Jinghui, 50 anni, di Pechino, entrambi con la tuta gialla dei prigionieri. Corredano le immagini informazioni su luogo e data di nascita dei due, l’indirizzo, l’attività dei due (“laureato in Scienze politiche”, il norvegese, “consulente freelance” il cinese), ma non è specificato dove e quando siano stati catturati. L’offerta – “a tempo limitato”, precisa l’annuncio – è rivolta a tutti i potenziali interessati fra “i crociati, i pagani e i loro alleati, così come alle cosiddette organizzazioni per i diritti umani”, dal momento che i due ostaggi “sono stati abbandonati dai loro governi, che non hanno fatto del proprio meglio per comprarne la libertà”.
Il primo ministro norvegese Erna Solberg ha confermato l’identità del prigioniero di Oslo, ribadendo tuttavia che il governo non cederà e non ha alcuna intenzione di pagare il sostanzioso riscatto chiesto in prima battuta dai carcerieri di Ofstad. Nessun commento, invece, dal governo di Li Keqiang, che per la prima volta si trova a dover gestire il rapimento di un connazionale da parte dell’Isis. La novità potrebbe segnare una svolta nella linea di non ingerenza in Medio Oriente finora adottata da Pechino: oltre ad avere forti interessi commerciali nella regione, la Cina dipende dal petrolio mediorientale e non ha mai voluto partecipare ai raid aerei della coalizione guidata dagli Usa. Secondo gli analisti politici, pur avendo fatto di tutto per evitare di diventare un bersaglio per i miliziani dell’Isis, è il suo peso crescente nell’economia mondiale – oltre che la repressione verso la minoranza musulmana degli uiguri – a rendere comunque i suoi cittadini un obiettivo appetibile per i terroristi. Pechino non ha mai espresso una posizione sul pagamento di eventuali riscatti e ora potrebbe tentare di negoziare la liberazione di Fan Jinghui attraverso canali privati. E mentre l’intervento militare russo in Siria a fianco del regime di Assad preoccupa la coalizione Nato, l’ipotetica, seppur improbabile, discesa in campo della Cina potrebbe scompaginare ulteriormente il quadro dei rapporti geopolitici e delle alleanze militari nella regione.

Anna Bigano

Anna Bigano

Nata il 10 luglio 1988, è l'unica veneta della redazione di Lumsa News. Dopo qualche vagabondaggio in giro per l'Europa, fra Freiburg e Oxford, e la laurea specialistica in Scienze dell’Antichità all’Università Cattolica di Milano, ha lavorato per alcuni mesi in un'agenzia di pubbliche relazioni. Da sempre affascinata dalla parola scritta, collabora con la redazione "Cultura e spettacoli " del quotidiano veronese L’Arena e con il mensile Primo Giornale, su cui scrive invece di cronaca e politica locale.