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HomeSport Pyeongchang 2018, si deciderà oggi il destino della Russia

Olimpiadi invernali 2018
si deciderà oggi al Cio
il destino della Russia

Pesano i test antidoping truccati

potrebbero gareggiare senza bandiera

di Dino Cardarelli05 Dicembre 2017
05 Dicembre 2017

E’ arrivato il giorno del giudizio per la Russia, che oggi saprà se potrà partecipare o meno alle prossime Olimpiadi invernali, in programma a febbraio a Pyeongchang, in Corea del Sud. Alle 19.30, il presidente del Cio Thomas Bach, annuncerà, in diretta streaming, la decisione del Board Esecutivo. Pesano, contro Mosca, le accuse legate a migliaia di test antidoping truccati, tra il 2011 e il 2015, in oltre trenta sport, compresi quelli effettuati nel laboratorio di Sochi, sede dell’edizione 2014. Una manipolazione pesante delle provette, che ha portato ben 25 atleti russi ad essere squalificati a posteriori. Delle trentatré medaglie conquistate nell’Olimpiade casalinga, e valse alla Russia il primo posto del medagliere, undici sono state revocate (4 d’oro, 6 d’argento e una di bronzo).

Un’esclusione di tutta la squadra, caldeggiata, tra gli altri, da 17 agenzie antidoping, con in prima fila quelle di Stati Uniti e Gran Bretagna, appare improbabile, sulla scia di quanto accaduto un anno e mezzo fa in occasione dei Giochi estivi di Rio de Janeiro. L’orientamento sarebbe infatti quello di adottare una soluzione di compromesso, già sperimentata dalla Iaaf ai Mondiali di atletica della scorsa estate: far gareggiare gli atleti superstiti e ritenuti “puliti” sotto la bandiera del Cio, quindi da neutrali, senza vessillo né inno russo, a patto che dimostrino di non essere stati coinvolti nel programma di doping di stato messo in atto da Mosca negli ultimi anni. Resterebbero però le incognite sugli sport di squadra, in particolare l’hockey su ghiaccio, il cui torneo dovrà già fare a meno dei giocatori dell’Nhl, la lega professionistica americana. Ad aprire la strada verso la soluzione di compromesso potrebbe essere anche l’ammorbidimento della posizione russa. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, pur continuando a respingere le accuse della Wada, ha escluso l’ipotesi del boicottaggio in caso di sanzioni pesanti, che invece era stata ventilata nelle scorse settimane.

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