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Lunedì il quesito in Corte di Cassazione

Referendum sul maggioritario
C'è il sì anche del Piemonte
Lunedì quesito in Cassazione

Frizioni sul vincolo di mandato

Muro del Pd alla proposta di Di Maio

di Andrea Murgia27 Settembre 2019
27 Settembre 2019

“È ufficiale: la primavera prossima avremo un referendum sul maggioritario, finalmente potranno votare 60 milioni di italiani. Chi vince governa, chi perde non rompe le palle”. A dirlo è il leader della Lega Matteo Salvini dal palco della festa del partito a Genova, dopo il sì del Piemonte alla richiesta di referendum sulla legge elettorale nazionale. L’ex ministro dell’Interno aveva infatti lanciato la proposta di referendum abrogativo della parte proporzionale del Rosatellum, l’attuale legge elettorale, lasciando solo la parte maggioritaria. “Lunedì mattina andremo a depositare il quesito referendario in Corte di Cassazione a Roma e in primavera i cittadini potranno esprimersi sulla legge elettorale”, conferma il senatore leghista Roberto Calderoli.
Le regioni diventano dunque cinque, dopo i precedenti sì di Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Sardegna. Per il via libera al quesito dovevano votare, entro il 30 settembre, almeno 5 Consigli regionali. E adesso anche l’Abruzzo si dice favorevole.
Frizioni intanto all’interno della maggioranza sul vincolo di mandato. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, da New York, lo ha proposto dopo il cambio di casacca della senatrice Cinque Stelle Gelsomina Vono, passata ad Italia Viva di Matteo Renzi. “Dobbiamo mettere fine al mercato delle vacche”, ha detto il capo politico M5S, che minaccia di applicare una vecchia norma interna al Movimento e mai usata: una multa da 100 mila euro. Di Maio lo definisce “l’unico vero antidoto alla piaga dei voltagabbana che ammorba il Parlamento da anni”.
La proposta ottiene però i no di diversi membri democratici e renziani, ma anche di Forza Italia e + Europa. “Siamo anche noi contro il trasformismo, ma lo si combatte con altri strumenti. Il vincolo di mandato altera la nostra Costituzione”, ha detto il dem Graziano Delrio. Introdurre il vincolo di mandato comporterebbe infatti una modifica dell’articolo 67 della Costituzione che recita: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”.

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