Le hanno chiamate le “mascherine fantasma”, perché comprate dalla Regione Lazio, guidata da Nicola Zingaretti, e mai arrivate a destinazione. Un acconto di quasi 14 milioni di euro alla Ecotech Srl, una piccola azienda di Frascati specializzata in impianti a led e con un capitale sociale di 10mila euro, per una fornitura di mascherine per un importo totale di 35 milioni di euro. “Se qualcuno se ne è approfittato, dovrà pagare e pagherà. Niente sconti, si indaghi su tutto”, ha detto il segretario del Pd. E infatti sulla vicenda vogliono vederci chiaro la Procura di Roma, la Corte dei Conti e l’Autorità Anticorruzione. Commissionato fra il 16 e il 20 marzo, il contratto per il carico di 7,5 milioni di mascherine Ffp2 e Ffp3 è stato revocato.
Ma non è tutto qui: perché se rimangono i dubbi sul perché di un affidamento diretto di una commessa così importante a una società così piccola che mai prima si era occupata di Dpi, qualcuno si chiede se sarebbe stato possibile spendere meno per questa quantità di mascherine. Dopo aver rescisso il contratto, che fine faranno i soldi versati come anticipo alla piccola società di Frascati? Secondo l’Ivass (l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) potrebbero non tornare indietro perché “i documenti emessi dalla società non sono idonei a fornire una copertura assicurativa”. I fornitori Giosar e Exor Sa hanno già dato disponibilità a restituire gli anticipi, proponendo i loro piani di rientro. Dunque “la polizza assicurativa mi auguro che non debba servire”, aveva detto Giorgio Quadri, avvocato della Ecotech. E infatti la Regione Lazio ha ricevuto indietro almeno una piccola parte dell’anticipo, un assegno da 1 milione e 746mila euro.
