I desk della compagnia aerea Alitalia all'aereporto di Malpensa in un'immagine di archivio. ANSA / DANIEL DAL ZENNARO

Le conseguenze economichedello scontro Italia-FranciaAir France molla Alitalia

Confindustria invoca il dialogo Sea Watch, dietrofront sui migranti

Il vento gelido che spira da settimane sull’asse tra Italia e Francia potrebbe trasformarsi in una tempesta perfetta che minaccia di abbattersi sull’economia.

Come segnala Federico Fubini sul Corriere della Sera, il nostro paese trae un guadagno annuo di dieci miliardi dall’asse commerciale con i transalpini, che nel 2018 hanno rappresentato il principale partner estero. Sarebbero centinaia di migliaia i posti di lavoro messi a rischio dallo scontro politico e diplomatico con i cugini d’oltralpe.

Ecco la prima conseguenza diretta: secondo Il Sole 24 Ore, Air France avrebbe deciso di sfilarsi dalla partita per il salvataggio di Alitalia. Una decisione “dovuta a motivi politico-istituzionali”, cioè conseguente alla scelta del presidente Emmanuel Macron di richiamare l’ambasciatore francese a Roma e dare un forte segnale al governo italiano a seguito della tensione di questi mesi con i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio. La mossa, se confermata, complicherebbe la ricerca di un partner industriale per Ferrovie dello Stato nell’operazione che punta al rilancio della compagnia di bandiera.

Lo scontro in atto rischia di incidere anche sullo scottante dossier Stx-Fincantieri, con la Commissione Europea chiamata presto a esprimersi sull’acquisizione dei Chantiers de l’Atlantique compiuta da Fincantieri, azienda pubblica italiana, e contestata dall’Antitrust francese. Facile prevedere un rilancio dell’impegno e della pressione dell’Eliseo su Bruxelles.

Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia attacca il governo e prevede disagi per l’economia. E in una lettera, insieme al suo omologo francese Geoffroy Roux de Bézieux, rivolta ai presidenti Conte e Macron, chiede di riaprire il dialogo.

Intanto la crisi diplomatica sfocia pure in altri campi, considerato che questa mattina Parigi ha comunicato al Viminale che non intende più accogliere la propria parte di immigrati della Sea Watch. La Francia ha fatto sapere che “prenderà solo persone che hanno bisogno di protezione e non migranti economici e ha aggiunto che appoggerà l’Italia per chiedere rimpatri più efficaci in alcuni paesi africani a partire dal Senegal”.

Giulio Seminara

Nato a Catania il 6 dicembre del 1991. Diplomato al liceo classico e laureato in Lettere Moderne con una tesi su Pier Vittorio Tondelli. Ha lavorato a LA7 come programmista e scritto per diversi quotidiani. Appassionato di cinema, politica e calcio. Gioca a ping pong, ascolta i cantautori e i Placebo.