ROMA – Nuova stagione, nuove polemiche. Dopo le prime quattro giornate di Serie A, la gestione del Var sembra già essere sfuggita di mano ai direttori di gara. I falli di mano al Bentegodi (Verona-Juventus) e al Maradona (Napoli-Pisa), durante l’ultimo weekend, rischiano di condizionare fin dall’inizio la corsa per lo scudetto. E ad ammetterlo sono gli arbitri stessi. Durante la trasmissione Open Var su Dazn, il designatore Gianluca Rocchi fa mea culpa e ammette: “Il rigore contro la Juve non c’era, quello contro il Napoli andava fischiato”. L’ultima giornata, insomma, “poteva essere gestita meglio”.
Rocchi: “Tudor ha ragione ma abbassi i toni o sarà gazzarra”
“Avrei voluto un altro arbitro, il rigore dato è una roba vergognosa che non esiste”. Dopo la furia del tecnico bianconero Tudor nel post partita di Verona-Juventus (finita 1-1), il designatore degli arbitri Rocchi legittima le proteste di Tudor, che “nella sostanza ha ragione”. Ma chiede maggiore collaborazione agli allenatori: “Vorrei che fossero usati termini corretti, usare toni eccessivi non è il caso, altrimenti diventa una gazzarra”. L’ammissione di Rocchi arriva anche sulla mancata espulsione dell’attaccante gialloblù Orban, colpevole di aver colpito con una gomitata al volto Gatti: “Al Var hanno liquidato l’episodio troppo velocemente, il fallo era da cartellino rosso”.
L’analisi sul rigore non dato al Pisa
Diversa la questione del Maradona, quando il giovane arbitro Crezzini (alla terza designazione in Serie A) è stato richiamato al monitor dal più esperto Mazzoleni, per rivedere un pestone del centrocampista del Napoli De Bruyne su Leris in area, preceduto però da un tocco di mano dello stesso centrocampista dei toscani. Per il Var c’è stato un intervento da rigore, ma prima anche un fallo di mano dell’attaccante. Nell’analisi postuma Rocchi è chiaro: “Il fallo di mano di Leris non era punibile – e poi continua – Var e Avar si fanno fuorviare da una slow-motion”.