HomeCultura Si riaccende il dibattito sulla riforma Franceschini dopo le “mosse” di Bonisoli

Si riaccende il dibattito
sulla riforma Franceschini
dopo le "mosse" di Bonisoli

Andrea Carandini difende l'ex ministro

"Rivoluzione dei musei è un successo"

di Giacomo Andreoli18 Marzo 2019
18 Marzo 2019

La riforma Franceschini sull’autonomia dei musei statali “è stata una rivoluzione che ha incrementato il numero di visitatori”, un “successo” che ora è messo in discussione da “corporazioni e conservatori radicali di sinistra”. A riaccendere il dibattito su un’eventuale revisione della legge dell’ex ministro dei Beni e delle attività culturali è oggi, in un’intervista a Il Foglio, l’archeologo Andrea Carandini, presidente del Fondo per l’Ambiente italiano.

Secondo Carandini l’attuale ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli, non dovrebbe intervenire sulla riforma, seguendo chi vorrebbe eliminare la soprintendenza unica tra archeologi, storici dell’arte e architetti per dividerla in tre e togliere potere ai direttori dei musei autonomi, sette dei quali stranieri.

Quattro giorni fa in un’intervista al quotidiano la Repubblica era intervenuto proprio Dario Franceschini. Il deputato del Pd aveva descritto lo stop ministeriale al trasferimento di due chilometri di un quadro di Caravaggio a Napoli (dalla chiesa del Pio Monte al Museo di Capodimonte) come “un grimaldello per scassinare l’indipendenza dei direttori” a partire da Sylvain Bellenger, numero uno del Museo di Capodimonte. Inoltre aveva commentato le parole di Bonisoli su Riccardo Muti, di cui il grillino ha sottolineato l’età avanzata dopo essere stato criticato dal maestro d’orchestra per la vicenda del Caravaggio, come “uno scivolone inelegante”.

Ad aprile il ministro dovrà decidere sul rinnovo dei direttori, il cui mandato di quattro anni è in scadenza. A far discutere sono le parole con cui, lo scorso mercoledì, ha spiegato come avverrà la scelta. A contare, infatti, sarà “il numero di visitatori negli ultimi anni”, ma anche “l’interpretazione dell’essere direttore in un certo territorio” e “come il suo operato ha partecipato al progetto culturale complessivo del luogo”. Per Franceschini potrebbe significare una cessione a pressioni esterne, per questo ha chiesto al ministro di “basarsi solo sul merito”. Da Carandini, oggi, arriva la stessa richiesta.

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