Il sinodo sulle coppie gay: “la Chiesa deve essere una casa paterna”

sinodo papaNella terza giornata del Sinodo straordinario sulla famiglia, dal Vaticano arrivano dei segnali importanti sulle coppie di fatto. Infatti alcuni vescovi hanno ritenuto significativo porre attenzione sugli aspetti positivi che si rilevano all’interno delle “famiglie imperfette” per dar loro coraggio e speranza. La Chiesa non riconosce il matrimonio tra persone dello stesso sesso ma si impegna “a proteggere e a preparare al meglio i suoi fedeli”, ha detto Papa Francesco.

Durante il Sinodo ci sono state  anche le testimonianze di una coppia di laici australiani, co-direttori del Consiglio cattolico d’Australia per il matrimonio e la famiglia, che hanno precisato come il ruolo della Chiesa sia importante nei confronti dei genitori di figli gay: “Un figlio gay va accettato, accolto ed amato. E la Chiesa deve aiutare i genitori a farlo. Ma i genitori stessi sono chiamati a informare  la comunità della propria esperienza per aiutare la Chiesa ad essere più accogliente”.

Nel resoconto che riporta il dibattito generale dei lavori sinodali il Papa invita ancora i vescovi a seguire l’esempio del Concilio Vaticano II, invitandoli “ad entrare in dialogo con il mondo”, avviando “un’apertura critica ma sincera perché, se la Chiesa non ascolta il mondo, il mondo non ascolterà la Chiesa”.

Qualche mese fa il Vaticano aveva già affrontato il discorso sulle coppie gay ma da un punto di vista sociale ed educativo. Infatti con un esempio concreto (una bimba triste perché la fidanzata della sua mamma non la ama) il Papa aveva spiegato il cambiamento del modo di educare la nostra società.

 

Carlotta Dessì

Carlotta Dessì

Nata a Cagliari il 15/02/1989. A luglio del 2013 si è laureata alla Sapienza in Editoria multimediale e nuove professioni dell’informazione. Tifosa del Cagliari, ha collaborato con il mensile Cuore Rossoblù e l’Unione Sarda. Ora giornalista praticante presso la scuola di giornalismo Lumsa con la speranza di avverare il suo sogno: diventare giornalista televisiva. "D’altronde i sogni hanno bisogno di sapere che siamo coraggiosi, quindi perché non mettersi in gioco? Io sono pronta, si parte!"