Siria. Contrarie a un intervento militare Russia e Cina

La Russia ha reso noto che bloccherà qualsiasi iniziativa delle Nazioni Unite per un intervento militare in Siria, ponendo fine alle speranze che il massacro di più di 100 persone a Hula, regione siriana a nord di Homs, potesse  condurre a una risposta internazionale alla violenza in corso. Le pressioni esercitate dall’ONU sulla Siria sono state «premature» e la Russia userà il suo potere di veto per fermare ogni tentativo di interferire con un intervento militare esterno, ha dichiarato Gennady Gatilov, viceministro degli Esteri russo. «Abbiamo sempre detto che eravamo categoricamente contrari ad un intervento dall’esterno nel conflitto siriano, in quanto renderebbe la situazione peggiore e condurrebbe a imprevedibili conseguenze per la Siria e per l’intera regione», ha detto Gatilov. Anche la Cina si è dichiarata contraria a un intervento internazionale in Siria sostenendo che «la strada fondamentale per risolvere il problema siriano continua ad essere per entrambe le parti il supporto completo agli sforzi di mediazione di Kofi Annan e lo spingere le parti in causa a portare avanti il dialogo diplomatico».
I ribelli. La FSA, Free Syrian Army, ha dato 48 ore al governo di Bashar al-Assad per ottemperare al piano di pace dell’ONU che, presentato da Kofi Annan, era stato accettato dal governo siriano nel marzo scorso. Il Colonnello Qassim Saadeddine della FSA ha infatti dichiarato che  se non ci sarà risposta entro venerdì la FSA si considererà «non oltre vincolata al piano di pace». Il generale Riyad Assad della FSA ha invece «esortato Kofi Annan a dichiarare il piano di pace fallito». La FSA ha affermato, in un video diffuso sul web, che «il governo deve attuare un immediato cessate il fuoco, ritirare le sue truppe, i suoi carri armati e la sua artiglieria dalle città e dai villaggi siriani. Deve anche consentire immediati aiuti umanitari in tutte la aree colpite e liberare i prigionieri. Il regime deve iniziare una reale e seria negoziazione attraverso l’ONU per consegnare il potere al popolo siriano».
I morti di Deir el-Zor. Dopo l’efferata strage di Hula, ieri, gli osservatori delle Nazioni Unite hanno reso noto il ritrovamento di 13 corpi vicino la città di Deir el-Zour. Gli uomini sembrano essere stati vittime di una esecuzione sommaria, simile a quella avvenuta a Hula, avevano infatti le mani legate e ad alcuni di loro era stato sparato in testa. «Un atto orribile ed imperdonabile», come lo ha definito il generale Robert Mood, capo della missione delle Nazioni Unite in Siria. Alcuni paesi dell’Unione Europea stanno ora esercitando pressioni sul Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, che si riunirà a Ginevra venerdì per discutere della drammatica situazione siriana e del massacro compiuto a Hula il 25 maggio. E’ stato chiesto al Consiglio per i diritti umani di svolgere un’inchiesta indipendente, con esperti forensi, sulla strage di Hula, ritenendo non sufficientemente attendibile quella che il governo siriano, che continua a negare ogni responsabilità nell’eccidio, starebbe conducendo.

Alessia Argentieri