Siria, Mosca boccia le condizioni dell’opposizione. Assad annuncia l’arrivo dei missili russi a Damasco

La Russia non abbandona il regime di Bashar al Assad. Non bastasse il profluvio di dichiarazioni che da due giorni il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov rilascia ad agenzie e vertici diplomatici. L’aiuto è anche sul campo. Assad ha annunciato infatti l’arrivo del primo carico di missili anti-aerei S-300 promessi dai russi. Secondo i funzionari diplomatici europei e americani è la prima risposta pratica alla decisione europea, presa ieri dal vertice dei ministri degli esteri dell’Unione, di sospendere l’embargo per gli armamenti destinati ai ribelli. Assad sembra guadagnare terreno sulle forze di opposizione e l’Europa ha lanciato un segnale per spiegare che non abbandonerà i ribelli.

La decisione non è piaciuta al ministro degli esteri italiano, Emma Bonino, che oggi in un’intervista al quotidiano La Repubblica è tornata a negare qualsiasi ipotesi di soluzione militare alla crisi siriana. L’impegno del segretario di Stato John Kerry e di Levrov per una conferenza di pace “Ginevra 2” dunque, va sostenuto con ogni mezzo. L’obiettivo è impedire uno stallo prima dell’avvio della conferenza. Mosca ritiene inaccettabile la richiesta delle dimissioni di Assad come condizione posta dalla coalizione nazionale dell’opposizione siriana per partecipare alla conferenza di pace. Il solito Lavrov, ha poi sottolineato che la coalizione nazionale non è l’unico rappresentante del popolo siriano: «Ci sono altri gruppi seri delle forze di opposizione, alcuni sono pronti a partecipare alla conferenza internazionale senza condizioni preliminari. In generale – ha spiegato il numero uno della diplomazia russa – a nessun è consentito lanciare ultimatum».

Impossibile escludere Assad dal tavolo delle trattative, tanto più che l’esercito regolare sta resistendo, grazie anche al supporto logistico dei russi e militare dei gruppi armati libanesi guidati da Hezbollah. «Se si vuole un governo di transizione – ha spiegatola Bonino– esponenti del regime devono far parte del processo. L’importante però è che si avvii un vero processo di pace. Ginevra 2 non deve durare un giorno». Per fare questo però, la conferenza dovrà avere la massima legittimità possibile. Tradotto, niente veti e soprattutto «un’opera di mediazione senza l’Iran, sarebbe difficile da avviare, persino per le Nazioni Unite». Intanto però gli Usa sono tornati a chiedere alle milizie di Hezbollah di lasciare immediatamente il paese. Il capo militare dell’esercito libero siriano ha accusato i combattenti di Nasrallah di “invadere”la Siria. Inun’intervista alla Bbc il generale ribelle Selim Idriss ha spiegato che sono oltre 7.000 i combattenti del movimento sciita libanese che prendono parte agli attacchi a Qusayr, la città siriana dove da settimane infuriano i combattimenti.

In tutto questo l’Italia potrebbe decidere di non fornire armi ai ribelli. «la decisione spetta ovviamente a governo e parlamento – ha spiegato ancorala Bonino– ma per quanto mi riguarda la mia proposta è no».