FILE - In this Jan. 28, 2018 file photo, a plume of smoke rises from inside Syria, during Turkish forces bombardment, on the Kurdish-controlled enclave of Afrin, Syria, as seen from the border with Syria, in Kilis, Turkey. Nearly a month into Turkey's offensive in the Kurdish enclave of Afrin, hundreds of thousands of Syrians are hiding from bombs and airstrikes in caves and basements, trapped while Turkish troops and their allies are bogged down in fierce ground battles against formidable opponents. (Can Erok/DHA-Depo Photos via AP, File)

Siria, scontro per AfrinNella Ghouta 250 mortisotto le bombe governative

Il ministro degli Esteri francese: "Rischio cataclisma umanitario"

E’ guerra nel nord della Siria, tra i miliziani governativi fedeli al regime di Assad e la Turchia. Fonti sul terreno nella regione siriana di Aleppo riferiscono che le forze turche e i loro alleati siriani hanno allargato, nelle ultime ore, l’area di controllo a ridosso della frontiera turca con l’enclave curdo-siriana di Afrin, in mano alle milizie dell’Ypg. In particolare, le forze di Ankara sarebbero avanzate in tre tratti distinti della zona frontaliera: nella zona di Bulbul a nord, in quella di Rajo a ovest e in quella di Jinderes a sud, per cui ora l’esercito di Erdogan punterebbe a circondare la città di Afrin con una “fascia di sicurezza” tra l’entroterra e la frontiera turca.

L’ambasciatore siriano in Russia Riyad Haddad, citato da Interfax, afferma che si tratta, da parte della Turchia, “di un’aggressione contro il popolo siriano e la sovranità e integrità territoriale della Siria, che contrasteremo in ogni modo possibile”. Un convoglio delle forze popolari filo-Damasco sarebbe riuscito ad arrivare ad Afrin per sostenere la popolazione locale, dopo che ieri erano stati respinti dai bombardamenti di artiglieria turchi.

Nel sud del paese, negli ultimi tre giorni di bombardamenti da parte delle forze governative sulla Ghouta orientale, l’area a est di Damasco assediata dalle truppe lealiste e controllata da gruppi anti-regime, hanno perso la vita almeno 250 persone, inclusi 57 bambini e adolescenti. Il bilancio più grave dall’attacco chimico di Aleppo. “La situazione nella regione della Ghouta orientale va oltre l’immaginazione”, ha detto alla Bbc il coordinatore umanitario regionale delle Nazioni Unite, Panos Moumtzis. “Se non ci saranno nuovi elementi ci dirigiamo verso un cataclisma umanitario”, gli ha fatto eco il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, intervenendo in Parlamento.

Secondo fonti mediche, citate dall’Osservatorio siriano per i diritti umani che segue il conflitto da Londra, i bombardamenti più intensi proseguono nella parte sud della Ghouta, in particolare a Kfar Batna, dove stamani si registrano già altre 10 vittime.

Davide Di Bello

E’ nato a Roma il 17/07/1991, ha frequentato il liceo classico ed è laureato in scienze della comunicazione all’Università “Roma Tre”. Ama il giornalismo, il cinema e la fotografia; lo animano il piacere della scoperta e la voglia di rendersi utile. Dal 2016 è entrato a far parte della redazione di Lumsanews.it