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Svolta nella guerra all’Isis, la Turchia apre i confini ai curdi

di Elisa Mariella21 Ottobre 2014
21 Ottobre 2014

siria-combattimenti-kobane-isis-curdi-620x300E’ finalmente arrivato il “sì” della Turchia al passaggio delle forze curde verso la Siria. Lo conferma il ministro turco degli Esteri Mevlut Cavusoglu, aggiungendo che «le nostre discussioni su questo fronte proseguono». Intanto proprio ieri è giunta la notizia che l’esercito americano ha paracadutato armi, munizioni e materiale medico ai curdi in Siria assediati nella città di Kobane, vicino al confine turco. Gli americani hanno comunicato inoltre alla Turchia l’intenzione di consegnare armi ai curdi siriani, ai quali il governo di Ankara guarda con molta diffidenza per via dei loro legami con i curdi turchi. «Non abbiamo mai voluto che Kobane cadesse», ha dichiarato in conferenza stampa il ministro degli Esteri turco, che ha anche spiegato quali saranno le misure adottate per consentire ai peshmerga l’arrivo in città. L’annuncio è un’assoluta novità nella posizione della Turchia, un “via libera” necessario visto che l’unico corridoio di ingresso nella città passa proprio per il confine di Kobane.

 Intanto, un portavoce curdo ha ringraziato per gli aiuti, sottolineando però che questo è solo l’inizio, chiedendo la possibilità di avere altre armi e munizioni. L’Isis intanto sta perdendo terreno, anche grazie ai raid aerei americani nella regione di al Anbar, roccaforte dei fondamentalisti. Fra sabato e domenica infatti, sarebbero stati colpiti 10 obiettivi in Iraq e compiuti 13 raid in Siria. Nonostante le pressioni degli Stati Uniti, la Turchia finora si era sempre rifiutata di intervenire militarmente per aiutare i curdi a resistere ai jihadisti, ma dopo l’accoglimento della richiesta del presidente del Kurdistan Massud Barzani, la situazione sembra lentamente migliorare.

 Dall’Indonesia, dove e’ andato a cercare maggiore sostegno nella battaglia contro lo Stato Islamico, il Segretario di Stato Usa John Kerry si è detto soddisfatto dei primi risultati ottenuti, considerata l’emergenza in Siria. Il presidente americano Barack Obama, in una telefonata al collega turco Erdogan, ha espresso la sua soddisfazione per la decisione del governo di Istanbul, sottolineando che lo Stato Islamico è un nemico comune di Usa e Turchia e per questo, è necessario un fronte comune dell’Occidente per combatterlo.

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