HomeCronaca Terrorismo: arrestati a Como padre e figlio egiziani, espulsa la madre marocchina

Terrorismo, arrestati a Como
padre e figlio egiziani
espulsa la madre marocchina

Operazione "Talis Pater..." della Digos

"Un orgoglio un martire in famiglia"

di Giulia Turco26 Gennaio 2018
26 Gennaio 2018

“Abbiamo trovato situazioni di tanti tipi ma una famiglia così compatta nella radicalizzazione non ci era mai capitata. Padre, madre e figlio maggiore, erano esclusi solo il figlio 22enne e la figlia 20enne”. A parlare è Claudio Ciccimarra, capo della Digos di Milano. L’operazione “Talis pater…” ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Sayed Fayek Shebl Ahmed, un ex mujaheddin di 51 anni che ha combattuto in Bosnia, e del figlio 23enne Saged Sayed Fayek Shebl Ahmed, attualmente in Medio Oriente. Inoltre, per motivi di sicurezza pubblica, il Ministero dell’Interno ha ordinato il rimpatrio della moglie dell’uomo e padre del ragazzo, una cittadina marocchina di 45 anni.

Il padre ha stimolato in ogni modo il figlio maggiore affinché diventasse un combattente di un gruppo legato ad Al Nusra, denominato Harakat Nour al-Din al-Zenki. È riuscito a convincerlo a partire per la Siria sottolineando l’orgoglio di aver un martire in famiglia: “Durante le intercettazioni nella loro casa di Fenegrò (Como) sono emerse moltissime conversazioni in cui emerge il passaggio di testimone generazionale, con il padre che spinge il figlio a combattere in Siria per purificarlo. In una registrazione dice che un figlio combattente vale più di cento preghiere”, ha aggiunto Ciccimarra.

Nel 2017 sono state quasi 100 le espulsioni dal territorio nazionale per motivi di sicurezza, legate al terrorismo islamico. Nello specifico, quello in questione è l’ennesimo arresto per terrorismo, perseguito dalle forze dell’ordine in Lombardia. A novembre era stato espulso un marocchino di 37 anni, segnalato a seguito di indagini investigative dopo aver postato sui social contenuti di propaganda jihadista, in cui manifestava chiaramente l’intenzione di voler raggiungere il Medio Oriente.

Ma l’episodio che ha suscitato più clamore è quello legato alla condanna a quattro anni di carcere per il 30enne marocchino Nadir Benchorfi, prima di essere espulso definitivamente dall’Italia. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe voluto farsi esplodere nel centro commerciale di Arese, dove lui stesso lavorava.

L’ultimo arresto risale allo scorso 24 dicembre, nei confronti di una donna di 35 anni marocchina, naturalizzata italiana. La donna, che era scappata in Siria insieme ai figli con lo scopo di entrare a far parte dell’esercito dell’Isis, era stata fermata dalla Digos di Milano all’aeroporto Malpensa, subito dopo il suo rientro in Europa.

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