HomeEsteri “Trielli non decisivi. Ascesa di Scholz e Spd prima dei sondaggi”

"Trielli non decisivi
Ascesa di Scholz e Spd
prima dei sondaggi"

Toniolatti, fondatore di "Kater"

"Laschet candidato debole"

di Alessio Brandimarte24 Settembre 2021
24 Settembre 2021

Edoardo Toniolatti è il co-fondatore del blog collettivo “Kater” sulla Germania e autore presso “Linkiesta”. Da Francoforte cura la newsletter “RESET2021” sulle elezioni tedesche. Lumsanews gli ha chiesto di fare il punto della situazione sul voto del 26 settembre. 

I sondaggi stanno premiando il Partito socialdemocratico, con Scholz che ha vinto tutti e tre i dibattiti televisivi. Quanto sono stati determinanti questi ultimi per il suo successo nei sondaggi?

“I ‘trielli’, come sono stati chiamati in Germania, in realtà non hanno smosso moltissimo. L’ascesa di Scholz e della Spd è iniziata quando si dovevano ancora tenere i sondaggi. Sono altri i punti che gli analisti hanno individuato come decisivi, in cui Scholz ha iniziato a guadagnare il favore dell’elettorato”.

Come è stata gestita la campagna elettorale dai tre principali candidati (Scholz, Laschet e Baerbock)?

“Laschet era il vincitore annunciato, ma un programma elettorale arrivato tardi, una serie di dichiarazioni infelici e soprattutto figuracce come la famosa risata mentre il presidente Steinmeier stava dedicando un ricordo alle vittime dell’inondazione, hanno segnato negativamente la sua campagna elettorale, che è stata un po’ ambigua: non si è mai capito bene da che parte intendesse schierarsi. Baerbock è stata sospinta inizialmente da un grande entusiasmo ma ci sono stati alcuni errori nella pianificazione della campagna e alcune accuse di plagio di un libro recentemente pubblicato. La campagna di Scholz è stata molto tranquilla e questo probabilmente è stato il suo punto di forza. Era da inizio anno il candidato preferito dai tedeschi ma i sondaggi condannavano la Spd a un risultato tragico (si parlava di non raggiungere neanche il 15%). Grazie alla sua forza come candidato, Scholz è riuscito a trascinare con sé il partito e portarlo al primo posto nei sondaggi”.

Quali sono le principali ragioni del declino della Cdu nelle preferenze? Si parla di circa un 10% in meno rispetto alle ultime elezioni.

“Le ragioni del declino della Cdu possono essere in parte legate al candidato scelto: Laschet è apparso fin da subito debole. Il leader della Csu Markus Söder era da sempre stato il preferito dei sondaggi, ma per motivi di equilibri interni all’alleanza, il peso della Cdu è stato determinante. All’interno della Cdu il commiato di Angela Merkel non è stato ancora assimilato, l’assenza di una direzione precisa può essere vista come uno dei motivi della scarsa attrattività dell’Unione. Molti elettori possono essere spaventati dalla crescente influenza dell’ala destra all’interno del partito”. 

Circa il 30% degli elettori è ancora indeciso sul voto. Quanto può aver influito l’assenza nel dibattito della politica estera, su cui è concentrata negli ultimi mesi l’attenzione dei media e dei cittadini?

“Tradizionalmente la politica estera è un tema che ai tedeschi non interessa moltissimo, perché la Germania non è mai molto entusiasta del ruolo che dovrebbe spettarle, cioè quello di potenza leader a livello continentale. Gli elementi su cui gli indecisi cercheranno di trovare una ragione per andare a votare hanno a che fare con la forza o debolezza dei candidati, più che con le proposte dei partiti”.

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