ROMA – Dopo 311 giorni di carcere, Alberto Trentini ha ricevuto la sua prima visita, quella dell’ambasciatore d’Italia a Caracas Giovanni Umberto de Vito. Solo ieri, 23 settembre, dopo più di dieci mesi, è infatti stato permesso all’agente diplomatico di entrare nel carcere di El Rodeo I, nello stato di Miranda, struttura a circa trenta chilometri dalla capitale venezuelana. Lì, dove si trova il cooperante veneziano il cui fermo non è mai stato supportato da denunce di reati.
De Vito, oltre a Trentini, ha incontrato anche Mario Burlò, imprenditore torinese condannato in primo e secondo grado nel processo Carminius sulla ‘ndrangheta in Piemonte e poi assolto in Cassazione per concorso esterno in associazione mafiosa, arrestato a novembre tra il Venezuela e la Colombia.
Tajani: “Il regime di detenzione si è alleggerito”
“Avevano chiesto fortemente una visita consolare”, ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine dell’assemblea generale dell’Onu a New York e come riportato da alcune testate italiane, ”è stata autorizzata e quindi vuol dire che anche il regime di detenzione si è leggermente alleggerito. Trentini e Burlò sono stati trovati in buone condizioni anche se un po’ dimagriti, quindi questo è un segnale secondo me positivo”.
Trentini tra i quasi 900 prigionieri politici in Venezuela
È la prima volta dal 15 settembre 2024, giorno del suo arresto, che qualcuno ha la possibilità di incontrare Trentini in carcere. L’uomo è solo uno dei quasi 900 prigionieri a sfondo politico detenuti nell’ambito della crisi innescata nell’estate 2024, dopo la rielezione del presidente Nicolás Maduro Moros, non riconosciuta tra gli altri dagli Stati Uniti né dai 27 Paesi Ue.
Trentini in carcere con l’accusa di cospirazione
L’operatore umanitario, in forza all’Ong Humanity & Inclusion impegnata nell’assistenza umanitaria alle persone con disabilità, era nel paese dal 17 ottobre precedente. Fin da allora aveva parlato di un clima non facile. Il 15 novembre, mentre da Caracas si reca a Guasdualito per lavoro, Trentini viene arrestato insieme all’autista che lo accompagnava. La sua detenzione va avanti da allora e, fino a ieri, non sembrava ci fosse dialogo tra le autorità italiane e quelle venezuelane.