Di pochi minuti fa è la notizia dell’arrivo a Mosca di John Bolton, responsabile della sicurezza nazionale USA, in occasione di una celebrazione. Lo statunitense si tratterrà tre giorni per discutere di stabilità strategica riguardo a Ucraina, Siria, Nord Korea e Afghanistan e si prevede che chiederà di organizzare un summit tra USA e Russia.
Summit a questo punto necessario dopo una recente decisione non ancora definitiva che però fa già tremare gli equilibri del mondo: infatti il Presidente americano Trump ha avanzato ben più di un’ipotesi di ritirare il suo paese dal Trattato sulle Forze Nucleari Intermedie (INF), siglato con la Russia nel 1987. La parte del trattato in questione riguarda il possesso di missili nucleari.
“Se la Russia e la Cina non verranno da noi e non ci diranno che nessuno di noi deve sviluppare nuovi armamenti, e invece loro continueranno a farlo, questo per noi sarà inaccettabile – ha dichiarato Trump il 21 ottobre scorso -. Noi abbiamo un sacco di soldi per giocare con le nostre forze armate. Non saremo più solo noi ad aderire a un accordo”. Parole non troppo dure ma che di sicuro suggeriscono un cambiamento di posizione. L’obiettivo della Casa Bianca sarebbe quello di negoziare nuovi accordi non solo con la Russia ma anche con la Cina, accordi senza i quali gli USA svilupperanno nuovi armamenti.
Il passo indietro fatto da Trump è “molto pericoloso” a detta del vice ministro degli esteri russo Sergei Ryabkov e sarà “condannato dalla comunità internazionale”. Il Trattato, stipulato nel 1987 da Reagan e Gorbaciov, è stata una pietra miliare che ha posto le fondamenta per la fine della Guerra Fredda e il progressivo “disgelo”.
