Tutti pazzi per LupinÈ record di ascolti per la serie di Netflix

In cima alle classifiche mondiali con 70 milioni di visualizzazioni

Enorme successo di pubblico per Lupin, serie tv in programmazione su Netflix da poco meno di un mese, che ha già attirato l’attenzione di 70 milioni di famiglie in tutto il mondo. Prodotta da Gaumont, storica casa cinematografica francese, e ideata da George Kay e François Uzan, si è classificata al primo posto per ascolti in una dozzina di paesi, tra cui Italia, Argentina, Spagna e Brasile. La miniserie, composta da dieci episodi, ha battuto, nei primi 28 giorni sulla piattaforma streaming, l’audience di Bridgerton, il dramma romantico che ha ottenuto 63 milioni di visualizzazioni e La Regina degli scacchi, che ha toccato i 62.

I dati sono stati riportati dalla rivista Variety, e rilanciati poi dai quotidiani francesi che hanno sottolineato come il successo di “Lupin” stia stabilendo un record per gli show televisivi nazionali. “Settanta milioni sono pazzi! Sono così orgoglioso che Lupin sia la prima serie Netflix francese a incontrare un tale successo internazionale! – ha scritto l’attore Omar Sy, protagonista della serie nei panni del celebre ladro, sul suo account Twitter. Sy, già famoso per Quasi Amici, nel film è Assan Diop, erede moderno di Lupin tra le strade di Parigi. “Senza di voi, non sarebbe stato possibile. Grazie a tutti” ha continuato nel Tweet. C’è attesa per la seconda stagione, anche se Netflix e Gaumont non hanno ancora dato conferme.

La forza della serie, oltre che nel fascino sempre attuale della figura di Arsenio Lupin, è nella trama avvincente e moderna, che mette insieme dramma, genere poliziesco e thriller. I registi degli episodi sono Louis Leterrier (che ha diretto The Transporter, L’incredibile Hulk, Now You See Me), Marcela Said e Ludovic Bernard. Si tratta della sesta trasposizione cinematografica per le avventure del protagonista dei romanzi di Leblanc: la prima volta di Lupin sul grande schermo è arrivata nel 1919 e l’ultima con Arsenio Lupin di Jean-Paul Salomé del 2004.