Ucciso a 19 anni perché italiano. Gli assassini: “Ci rubi il lavoro”

Morire a 19 anni soltanto perché italiano. È accaduto a Maidstone, capitale del Kent, vittima Joele Leotta in Gran Bretagna da 10 giorni. Era partito da Nibionno, in provincia di Lecco, per trascorrere un periodo di studio e lavoro. Proprio il lavoro è stato la causa che ha spinto gli aggressori a picchiare il giovane fino a ucciderlo: «Ci rubate il lavoro e occupate un letto nostro» gli avrebbero urlato prima di massacrarlo di botte. Uno degli aggressori avrebbe utilizzato anche un coltello.
Una vera e propria esecuzione, avvenuta nell’appartamento di Joele, dove alloggiava da poco più di una settimana. Vittima dell’aggressione anche l’amico di Joele, Alex Galbiati, con cui divideva l’appartamento. I due ragazzi sono stati portati entrambi in ospedale dove, poco dopo, Joele è morto; Alex, invece, è fuori pericolo.
Entrambi lavoravano da qualche giorno in un ristorante e, propri lì, domenica scorsa, era scoppiata una lite che ha portato all’aggressione da parte del gruppo di inglesi. Il “branco” accusava i due amici di aver tolto il lavoro ad alcuni inglesi del posto. Quando, però, tutto sembrava finito, hanno seguito i due nel loro appartamento, sopra al ristorante iniziando il pestaggio. La polizia ha arrestato quattro lituani che sono stati incriminati con l’accusa di omicidio. Aleksandras Zuravliovas, 26 anni, Tomas Gelezinis, 30, Saulius Tamoliunas, 23, e Linas Zidonis, 21enne senza fissa dimora erano già conosciuti dalle forze dell’ordine. Con loro sarebbe stato fermato anche un inglese. Domani ci sarà un primo interrogatorio. Intanto, però, continuano le indagini: gli inquirenti, infatti, non credono alla frase sul lavoro e pensano che, in realtà, si tratti di uno scambio di persona.

Domenico Cavazzino