HomePolitica Un’app “anticontagio” per monitorare spostamenti e limitare la diffusione del virus

Si studia app "anticontagio"
per monitorare spostamenti
e limitare diffusione virus

Modello presente in Cina e Corea del Sud

Fontana: "In guerra accantonare privacy"

di Tommaso Franchi23 Marzo 2020
23 Marzo 2020

Un’app per controllare i nostri spostamenti. In questi giorni in cui il coronavirus ha stravolto le vite degli abitanti del pianeta emergono molte idee su come monitorare la pandemia. Tra queste c’è quella di affidarsi ai telefonini e ai sistemi di localizzazione, per controllare gli eventuali spostamenti delle persone contagiate e dei sintomatici non testati.

Un modello simile è già applicato nel continente asiatico, in particolare in Cina e in Corea del Sud. Nel telefono di tutti i cittadini di Seul è presente l’app “Corona100m”, che visualizza, in modo anonimo, gli spostamenti dei contagiati e dei loro contatti. Risultato: sono in calo sia gli infetti che i deceduti. In base a quanto riportato dal Corriere della Sera un’idea analoga è già sul tavolo del nostro governo e dell’Istituto superiore della Sanità, mentre a Salerno un team di specialisti ha già sviluppato un prototipo, chiamato “SM_Covid19”.

In questo modo gli ospedali potrebbero essere avvantaggiati nella diagnosi e nella prevenzione dei casi di persone con il coronavirus. L’introduzione di un’applicazione simile agevolerebbe anche le aziende rimaste aperte a consegnare un coupon elettrico che autorizza i propri dipendenti ad uscire, che può essere mostrato alle autorità semplicemente sul telefonino.

Un progetto che potrebbe portare a dei dibattiti sul tema del diritto alla privacy, ma sono in molti a spingere per l’introduzione del sistema di tracciamento, in particolare il governatore della Lombardia Attilio Fontana. “In guerra si possono superare delle leggi che è giusto che ci siano in tempo di pace”, dice Fontana, che trova l’appoggio di Gianni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore della sanità: “Siamo in guerra, ci serve l’individuazione dei contagi”.

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