Prestito Uomo Vitruvianosecondo Vittorio Sgarbi"Il ricorso è solo retorica"

Per il critico d'arte c'è rischio per la mostra su Raffaello del 2020

Sulla questione relativa al Tar del Lazio di sospendere l’autorizzazione all’invio dell’Uomo Vitruviano di Leonardo al museo del Louvre LumsaNews ha intervistato il critico d’arte e deputato Vittorio Sgarbi. Il ricorso era stato presentato dall’associazione Italia Nostra.

Come valuta la vicenda del disegno dell’Uomo Vitruviano sulla quale si è espresso ieri il Tar del Lazio?

“La sentenza sarà il 16 ottobre. Quella di ieri del Tar è una sospensiva data dall’accoglimento dell’insensata richiesta di Italia Nostra, secondo me popolata di gente che agisce per ragioni retoriche. Io sono nel comitato scientifico dell’Accademia di Venezia che si riunirà il 14 ottobre e personalmente farò dare un ulteriore parere positivo che si aggiunge a quello già dato restauratori e tecnici si tratta. L’iniziativa di Mollicone (deputato di Fdi e membro di Italia Nostra, ndr) è una penosa forma di antagonismo che nasce da una certa destra che voleva la Gioconda, giustamente negata per ragioni di conservazione”.

Perché è a rischio l’importante mostra su Raffaello che si terrà il prossimo anno?

“Quest’anno ci sarà la mostra di Leonardo a Parigi, mentre quella su Raffaello si farà in Italia il prossimo anno. L’accordo è già stato stipulato dai due ministri dei Beni Culturali, italiano e francese, per dare un’opera di Leonardo in cambio di due capolavori di Raffaello. Se quest’opera di Leonardo non andasse per la mostra di quest’anno, non solo non avremmo i capolavori di Raffaello, ma addirittura quest’opera sarebbe in deposito e non esposta. Questo ricorso è quindi una cosa ridicola, insensata e assurda. La richiesta di Italia Nostra credo sia basata sul fatto che quell’opera è senz’altro fondamentale per l’Accademia di Venezia, ma è fondamentale solo se è esposta. Oggi non è così e non si capisce perché non si possa attuare quest’accordo. Il 16 spero quindi che il ministro porti tutte le carte che attestano che aveva ottenuto prudentemente il placet il soprintendente, comitato scientifico e restauratori”.

Non esistono rischi nello spostamento di queste importanti opere d’arte?

“Ma che rischi! Quali rischi vuole che corrano per un foglio di carta che non è neanche fragile. È solo retorica”.

Non è la prima volta che il Tar interviene in questa materia: cosa ne pensa?

“Solo in Italia può capitare che un magistrato dica che la decisione di un ministro non va bene. La magistratura fa un’interferenza inaudita sul livello di decisione politica e culturale che prende il ministro. Il Tar è un ente moralmente pieno di errori fatali. Se esiste un ministro dovrebbe decidere lui. In Francia non sarebbe mai capitato. Loro ci danno i capolavori di Raffaello molto più importanti di un disegnino che ha più che altro valore turistico”.

Matteo Petri

Giovane studente appassionato di giornalismo, filosofia e musica. Nato nella provincia toscana di Lucca nel 1995, diplomato allo scientifico e laureato in filosofia a Pisa nel 2017. Compulsivamente curioso di natura, assillatore di domande professionista. Vespista, nonché bassista nel tempo libero.