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Venezia 82, la Divina Duse
torna in scena
con Valeria Bruni Tedeschi

Il nuovo thriller di Bigelow

"Esploro la follia del mondo attuale"

di Tommaso Di Caprio03 Settembre 2025
03 Settembre 2025
Venezia

Una scena del film con l'attrice Valeria Bruni Tedeschi. Foto | Piperfilm

VENEZIA – La giornata di oggi dell’82 mostra del cinema di Venezia porta sullo schermo la figura “Divina” di Eleonora Duse, raccontata dal regista Pietro Marcello nel film Duse. A prestare il volto alla grande attrice e musa di Gabriele D’Annunzio è Valeria Bruni Tedeschi affiancata da Noémie Merlant che nel lungometraggio diventa sua figlia Enrichetta e Fausto Russo Alesi, nei panni del poeta Vate. 

Il film in concorso nella città lagunare, che arriverà nelle sale italiane il 18 settembre, è un genere a metà tra il biophic e l’epopea, di una donna, attrice e rivoluzionaria sul palcoscenico come nella vita. Marcello racconta il mito della Duse nella fase finale della carriera, cioè nel periodo successivo alla Prima Guerra Mondiale. L’inaspettato ritorno nei teatri della Divina, alle prese con problemi finanziari, segna un ritorno alla vita. 

Impegnata a riaffermare la propria voce in un mondo che sembrava fosse pronto a dimenticarla, nella pellicola, la Duse affronta la sua ultima battaglia con la consapevolezza di non poter rinnegare la propria natura anche a costo della propria vita.

A House of Dynamite, l’apocalisse nucleare arriva a Venezia

Non solo dramma e teatro. A Venezia vanno in scena anche sentimenti ed emozioni più irrazionali come la paura e follia. È il caso di A House of Dynamite, della registra americana Kathryn Bigelow, che racconta i venti minuti che separano la civiltà umana dal rischio di una guerra nucleare. Prodotto da Netflix e disponibile nei cinema dall’8 ottobre e sulla piattaforma di streaming dal 24, il film è un thriller politico in piena regola: un missile nucleare diretto verso gli Stati Uniti innesca una catena di eventi e decisioni che possono decidere la sopravvivenza o l’estinzione di molte città americane.

Bigelow, già vincitrice di un premio Oscar per la miglior regia con The Hurt Locker nel  2008 a Venezia, porta sul grande schermo la paura del terrore atomico, in un momento storico caratterizzato dal tentativo inconsapevole di normalizzare l’utilizzo di armi nucleari in un eventuale scenario di guerra mondiale.

A rendere la storia drammaticamente realistica, la descrizione minuziosa delle procedure da fine del mondo, che Bigelow ha appreso direttamente da generali delle forze armate americane, consultati durante la scrittura della sceneggiatura. Così come il cast, con il presidente interpretato da Idris Elba che ricorda Barack Obama e consente allo spettatore di tessere un continuum storico-temporale con il proprio presente.

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