Il ministro degli Affari Regionali e Autonomie, Francesco Boccia, prima del consiglio dei ministri del secondo governo Conte a Palazzo Chigi, Roma, 5 settembre 2019. ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

Via il termine "Alto Adige"È polemica sulla decisioneContrari governo e Fdi

Boccia: "Se non ci saranno modifiche impugneremo il provvedimento"

Il Trentino-Alto Adige cambia nome: dalla denominazione ufficiale verranno cancellate le parole “Alto Adige”. È questa la decisione del Consiglio provinciale di Bolzano. La modifica è contenuta nel testo approvato dal consiglio sull’adempimento degli obblighi della Provincia autonoma derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea.

“Ho personalmente chiesto al Presidente Arno Kompatscher di intervenire sulla norma” ha commentato la notizia il ministro per la coesione territoriale Francesco Boccia.

“È necessario rendere i testi italiani e tedeschi perfettamente identici e rispettosi della Costituzione. Se così non dovesse essere – ha ammonito il ministro –  sarà impugnata la Costituzione”.

La voce del governo ha fatto eco al consigliere provinciale di opposizione Alessandro Urzi. Il coordinatore regionale del partito era stato infatti il primo ad esprimere “profondo sconcerto per la decisione assunta dal Consiglio provinciale”. Fratelli d’Italia era stato infatti l’unico partito ad esprimere in Consiglio un voto contrario alla mozione. Per Giorgia Meloni “la decisione è vergognosa ed è necessario impugnare la legge”. Nella votazione hanno pesato molto le astensioni dei gruppi Pd, M5S e Lega. Anche Italia Viva, attraverso Maria Elena Boschi, ha parlato di “grave errore”.

“La denominazione Alto Adige non è stata abolita. Non sarebbe possibile, visto che la denominazione della Regione è sancita dalla Costituzione” ha smorzato il presidente della Regione Arno Kompatsker.

La dizione “Alto Adige” è imputata di ‘fascismo’ dai secessionisti di Süd-Tiroler Freiheit. In realtà l’espressione nacque nel 1810 con l’istituzione del dipartimento del Regno d’Italia napoleonico, quindi oltre un secolo prima del Ventennio.

Matteo Petri

Giovane studente appassionato di giornalismo, filosofia e musica. Nato nella provincia toscana di Lucca nel 1995, diplomato allo scientifico e laureato in filosofia a Pisa nel 2017. Compulsivamente curioso di natura, assillatore di domande professionista. Vespista, nonché bassista nel tempo libero.