Vienna riscrive la storia:"Risorgimento italiano guerra di aggressione"

Fa discutere la versione nazionalistica proposta dai testi scolastici austriaci

Paese che vai, storia che trovi. Così l’Austria riscrive il Risorgimento italiano. “Voler unificare un popolo è un atto ribelle, preferire la propria lingua e cultura è nazionalismo, amare la patria è violenza, gli italiani del Risorgimento sono estremisti di destra, il Kaiser è buono”.

Queste le principali tesi sostenute nei libri di storia adottati nelle scuole medie austriache che, nel capitolo sul Risorgimento italiano, evidenziano le date più tarde (dalla proclamazione dell’Unità d’Italia fino ai Patti Lateranensi), tralasciando però i 30 anni di moti d’indipendenza contro il sanguinario sfruttamento austriaco.

Secondo diversi testi scolastici il dominio dell’Austria è una condizione mentale percepita solo dagli italiani. In un testo, il VG3 Neu, il Risorgimento viene spiegato così: “Nel XIX secolo, ambiziosi uomini di Stato capirono che l’idea nazionale si adattava in modo eccellente al raggiungimento dei loro personali obiettivi politici. Volevano espandere i loro Stati a costo degli altri, e allo scopo utilizzarono come giustificazione l’idea nazionale”. Insomma i moti italiani vengono legati soltanto ad ambizioni personali politiche da parte dei padri del Risorgimento.

Un altro libro, Bausteine, definisce il Risorgimento “nazionalismo” facendo diventare gli austriaci una minoranza etnica perseguitata dagli italiani.  “Gradatamente – si legge nel testo – in Europa si fece strada l’idea che in uno Stato potessero convivere solo persone con il medesimo passato storico, la medesima lingua e la stessa cultura. Coloro che non rientravano in questo disegno non avrebbero goduto di pari dignità”.

Non mancano attacchi diretti all’Italia. “Austria, Francia e Gran Bretagna possono vantare una lunga storia. Da quando esiste lo Stato italiano?”, si chiedono gli autori dei testi.

Poi ci sono anche veri e propri strafalcioni storici. Uno riguarda la battaglia di Magenta. I testi austriaci parlano di una guerra dovuta all’alleanza tra Regno di Piemonte, Francia, Gran Bretagna e Prussia. Dimenticano, però, di dire che l’Austria aveva dato solo tre giorni ai piemontesi per disarmarsi.

Parole pesanti da parte degli austriaci che costituiscono un altro tassello che potrebbe incrinare i sempre più difficili rapporti diplomatici tra Roma e Vienna. In questo momento, infatti, le relazioni diplomatiche tra i due paesi sono gelide per il caso dei doppi passaporti che l’Austria vorrebbe concedere agli altoatesini.