epaselect epa06330382 An army tanker blocks the main road to Parliament building in Harare, Zimbabwe, 15 November 2017, to prevent members of the public from passing through. The Zimbabwe National Army (ZNA) has reportedly taken control over the government of President Robert Mugabe. The army seized the national broadcaster's headquarters (ZBC) on 14 November night, to announce that President Mugabe and his family were safe but without citing their whereabouts. The military denied it staged a coup d'etat. EPA/AARON UFUMELI

Zimbabwe in mano ai militariche in tv negano il golpe Mugabe preso in custodia

L'esercito: “È una misura correttiva" Soldati nelle strade, paese nel caos

L’esercito dello Zimbabwe ha annunciato di avere preso in custodia il presidente Robert Mugabe e sua moglie Grace ad Harare, la capitale. Benché i miliari neghino il colpo di Stato, parlando genericamente di una “misura correttiva senza spargimento di sangue”, le raccomandazioni delle ambasciate estere arrivate nelle ultime ore, che invitano i cittadini stranieri “a mettersi al sicuro, perché la situazione è incerta e pericolosa”, suggeriscono il contrario.

Se non è un colpo di Stato, è qualcosa che gli somiglia molto. Esplosioni e disordini stanno sconvolgendo lo Zimbabwe. Code si stanno formando davanti alle banche di Harare. A raccontarlo l’emittente Al Jazeera, che mostra foto di persone in attesa di ritirare contanti.

Nella notte un portavoce dell’esercito ha diffuso un comunicato tramite la televisione di Stato, confermando l’iniziativa dei militari che avrebbe lo scopo di fermare “i criminali” intorno a Mugabe. Il presidente ha 93 anni ed è un personaggio molto controverso: negli anni Ottanta è stato primo ministro dello Zimbabwe, poi dal 1987 ne è diventato presidente, instaurando un duro regime dittatoriale. Il portavoce ha ribadito che l’iniziativa militare non è un colpo di stato e che lo scopo è fermare “i crimini che stanno causando sofferenze sociali ed economiche nel paese. Non appena avremo compiuto la nostra missione, ci aspettiamo che la situazione torni alla normalità”.

Alla base dell’azione militare l’ultima mossa dell’anziano dittatore, che tentava di mantenere la sua famiglia al potere. In un clima già teso da molto tempo, la scorsa settimana Mugabe aveva defenestrato il vicepresidente Emmerson Mnangagwa, che non era certo un oppositore. Piuttosto un fedelissimo che ha trascorso quasi 50 anni a fianco dell’anziano dittatore e che veniva indicato come il suo naturale successore. Probabilmente incalzato dalla consorte Grace, 43 anni più giovane di lui, Mugabe lo ha accusato di tramare contro di lui.

«Salutiamo e applaudiamo il coraggio della nostra Zdf (le forze armate), che in maniera decisiva ha respinto concessioni dell’ultimo momento da parte di un dirigente il cui unico obbiettivo era di creare un dinastia familiare», ha scritto Mnangagwa dal Sudafrica, dove è fuggito per evitare l’arresto la scorsa settimana. «Una fase di transizione guidata dall’esercito spianerà ora la strada a un’elezione libera, corretta e democratica».

Davanti a quest’azione di forza da parte delle forze militari, lo stesso partito del presidente Mugabe, lo Zanu Pdf, ha fatto marcia indietro volgendo le spalle al presidente. «Né lo Zimbabwe, né Zanu sono di proprietà di Mugabe e sua moglie. Oggi comincia una nuova era e il compagno Mnangagwa ci aiuterà a ottenere uno Zimbabwe migliore».

L’ambasciata degli Stati Uniti ha chiuso per motivi di sicurezza e ha invitato i cittadini statunitensi a mettersi al sicuro. Comunicati analoghi sono stati diffusi da diverse ambasciate:

Simone Alliva

Laureato all'università Lumsa di Roma in Scienze dell’informazione, comunicazione e marketing, ha iniziato la professione da giornalista pubblicista nei giornali locali della Calabria. Passando nel 2013 al settimanale “L’Espresso”, dove si è occupato di cronaca politica e diritti civili.