Paolo Rossi in visita alla mostra " Pablito: great italian emotions" mostra ufficiale su Paolo Rossi e l'Italia dell'82 a Palazzo Buonamici a Prato. ANSA/Claudio Giovannini

Le parole di Zoff su Pablito"Una persona straordinariaci ha trascinato in Spagna"

Il portiere con la voce rotta dal pianto "Umile e allegro, deve tanto a Bearzot"

È di oggi la tragica notizia della morte di una delle icone del mundial 1982. Paolo Rossi ci ha lasciato, dopo avere combattuto invano per più di un anno con una malattia incurabile. È entrato nel cuore di tutti, dai tifosi ai compagni di squadra. Per LumsaNews abbiamo raccolto il ricordo di uno degli eroi che erano con lui in Spagna in quell’estate, Dino Zoff.

Ai nostri microfoni parla con la voce rotta dal pianto, segno di quanto sia forte il dispiacere per la perdita di un amico. «Paolo era una persona straordinario sotto tutti gli aspetti. Tra le sue qualità spiccavano un’allegria contagiosa e una grande umiltà».

L’ex capitano di quella Nazionale ripensa così ai momenti vissuti con Pablito. Tanti i 3 momenti indimenticabili vissuti assieme. «Basti pensare al suo percorso mondiale e all’inizio faticoso. Non era la prima scelta di Bearzot, ma poi fu un grande successo che tutti noi ci ricordiamo».

Paolo, infatti, fu convocato in extremis per quel mondiale. Il commissario tecnico Enzo Bearzot decise all’ultimo di lasciare a casa il capocannoniere della Serie A di quell’anno, Roberto Pruzzo, in favore dell’attaccante originario di Prato. Nelle prime partite non fu incisivo, ma senza Rossi non sarebbe stato possibile accedere alla semifinale contro la Polonia. Sua, infatti, la tripletta contro il Brasile di Zico.

Zoff ancora ripensa a questo momento aggiungendo che «se tutti si ricordano quella partita è per la storica prestazione di Rossi». Dino ricorda anche l’importanza di Bearzot per Pablito: «Il percorso fatto lo dobbiamo anche alle regole che ci ha dato Bearzot. Una guida così è stata fondamentale per Paolo».

Ci ha concesso una rapida battuta anche il telecronista Sky Lele Adani che, segnato dalla morte del capocannoniere di quell’edizione dei mondiali, ha ribadito il messaggio già postato sui social: «Tu in campo a trascinarci, noi per strada ad imitarti, gridando il tuo nome».

Andrea Noci

Sono nato il 5 ottobre 1998 a Firenze. Laureato in Lettere moderne, con una tesi in Grammatica italiana. Amo la lingua italiana e utilizzarla in tutte le sue forme per scrivere.