Nicola Barone, presidente del comitato rione Monti di Roma racconta a Lumsanews le sue preoccupazioni per l’overtourism un fenomeno giudicato dannoso per la Capitale, non certo una risorsa. E sul rapporto tra comitati e amministrazione locale: “Dalla politica riusciamo a ottenere poco o niente, a continueremo a far sentire la nostra voce”.
Quali le principali problematiche legate al fenomeno dell’overtourism in una città come Roma, in particolare nel suo centro storico?
“L’eccesso di turismo è una scelta suicida, nonostante rappresenti una risorsa economica per la città. Queste ondate di persone che arrivano continuamente finiscono per scoraggiare a loro volta altre persone a venire in visita. Un fenomeno perciò destinato ad autolimitarsi da solo”.
In che cosa si concentra il lavoro delle associazioni dei cittadini? C’è una collaborazione costante con le istituzioni, le amministrazioni locali?
“Noi facciamo quello che possiamo, ma poi a decidere è sempre la politica. Siamo ascoltati relativamente poco, riusciamo ad ottenere poco o nulla dalle istituzioni. Perlomeno partecipiamo a commissioni e aule consiliari e questo costringe i politici ad ascoltare i pareri che i comitati esprimono. Ma non basta. Continueremo per quanto possibile a far sentire la nostra voce”.
L’anno del Giubileo ha peggiorato le problematiche legate all’overtourism?
“No, piuttosto c’è stato un afflusso di massa di pellegrini poco spendenti. L’anno prossimo sarà senz’altro peggio”.
Quali provvedimenti presi sono stati utili – secondo lei – per evitare un impatto troppo negativo?
“L’amministrazione non ha fatto niente per contrastare questo fenomeno. Vengono ascoltate molto le voci di ristoratori e lavoratori, ma non quelle dei cittadini. Ci tengo ad aggiungere che i soldi guadagnati dal turismo rappresentano per la città un’attività economica con un ritorno nel futuro piuttosto basso, e questo non lo dico io ma la Banca d’Italia”.