GAZA CITY – Mentre i mezzi dell’Idf cominciano ad accerchiare Gaza City in vista della sempre più imminente offensiva di terra, continuano i bombardamenti sulla popolazione civile: il bilancio delle vittime degli attacchi israeliani dall’alba è salito a 25, di cui 16 nella sola Gaza City.
L’idf intensifica le operazioni in Cisgiordania
Non c’è pace neanche in Cisgiordania dove Wafa, l’agenzia di stampa palestinese, ha segnalato incursioni dell’esercito israeliano in diverse città. Fonti locali hanno riferito che l’esercito di occupazione ha chiuso i cancelli di ferro all’ingresso principale della città di Turmus Ayya, ostacolando la circolazione di migliaia di cittadini nei villaggi e nelle città a nord e nord-est di Ramallah. Intanto, le forze di occupazione israeliane hanno preso d’assalto la città di Deir Dibwan, ma per ora non si hanno notizie di vittime o arresti arbitrari.
L’imminente offensiva a Gaza City e il deterrente di Hamas
In vista dell’operazione di conquista di Gaza City, Hamas cerca di mettere in atto una controversa strategia difensiva. Secondo quanto riportato da fonti palestinesi all’emittente pubblica Israeliana Kan, Le brigate Al-Qassem avrebbero spostato gli ostaggi in superficie, in case e tende, per utilizzarli come deterrente ed impedire all’esercito israeliano di operare in determinate aree. Una notizia in parte confermata dal video di Hamas che mostra Guy Gilboa-Dalal, uno dei prigionieri, durante uno spostamento in auto in superficie a Gaza City.
Rubio incontra Netanyahu per capire “meglio” il progetto israeliano per la Striscia
Il conflitto prende quindi una nuova piega, forse non troppo chiara persino all’alleato numero uno di Israele: gli Stati Uniti. È infatti in corso un colloquio, della durata prevista di tre ore, tra Il primo ministro Benyamin Netanyahu e il segretario di Stato americano Marco Rubio nell’ufficio del premier a Gerusalemme. Nonostante il granitico appoggio statunitense nei confronti dell’alleato mediorientale per eccellenza, il repubblicano braccio, destro del presidente Donald Trump, prima di imbarcarsi sull’aereo che lo ha portato a Tel Aviv, ha spiegato che l’obiettivo della sua visita era capire “meglio” cosa vogliono fare gli israeliani a Gaza. Forse il sintomo di una perdita di controllo sulle mosse dello Stato ebraico, anche a seguito del raid sulla capitale qatariota, legata a doppio filo all’America che, grazie al presidente Trump, solo pochi mesi fa firmava un accordo commerciale dalla faraonica somma di 243 miliardi di dollari. Proprio rispetto a questa situazione arriva la contraddittoria dichiarazione del tycoon che mescola minacce e complimenti: “Il Qatar è nostro grande alleato, Bibi stia attento”. Malgrado il monito, sembrerebbe che gli americani siano edotti e d’accordo con l’assedio di Gaza City, versione di cui si potrebbe avere conferma nelle prossime ore.

A Doha il summit “straordinario” del mondo arabo-islamico
Dall’altra parte della barricata, a Doha, viene allestito rapidamente un summit “straordinario” del mondo arabo-islamico per definire una strategia dopo il raid dell’esercito israeliano contro i negoziatori di Hamas. Il Qatar alza la voce, chiede sanzioni contro lo Stato ebraico per aver violato il diritto internazionale e per aver sabotato i colloqui, mentre gli altri leader arabi si compattano: l’Egitto manda i caccia a sorvegliare il vertice, la Turchia prende parte all’incontro e l’Iran chiede ai paesi musulmani l’interruzione di tutti i rapporti con Israele per “preservare il più possibile la loro unità e coesione”.
L’appello del presidente Mattarella sulla questione umanitaria
Il conflitto continua ad avere un eco anche nei palazzi del potere d’Europa. Proprio stamattina, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ricevendo il premio Burgio al Quirinale, ha ricordato le conseguenze catastrofiche che subiscono i bambini negli odierni teatri di guerra: “I diritti dei bambini sono continuamente a rischio e vengono lesi non soltanto nelle zone di guerra dove siamo in presenza di una vera emergenza umanitaria che colpisce in particolare l’infanzia”, spiega il presidente della Repubblica. “Penso al ricordo straziante di bambini in condizioni disperate di denutrizione come in Sudan, i bambini rapiti e sottratti alle loro famiglie come in Ucraina, i bambini anche neonati uccisi o rapiti come nella turpe giornata del 7 ottobre, dei bambini che muoiono per fame anche quando ricoverati per denutrizione in ospedali che sono senza mezzi e spesso vengono distrutti dai bombardamente come nella disumana ostinata condizione di Gaza. Questo stato di cose rappresenta un peso di inciviltà insostenibile per la comunità internazionale”.