ROMA – Fare dei distinguo su un fatto estremamente grave come l’omicidio di Charlie Kirk negli Stati Uniti è “una cosa vergognosa”. Parola di Roberto Vannacci. Per il vice segretario federale della Lega, le reazioni del mondo politico italiano alla morte del giovane attivista Maga sono la rappresentazione plastica che “la violenza è sempre di sinistra”.
A conferma di questa tendenza ci sarebbe non solo il clima politico italiano, ma anche quanto accade nelle istituzioni europee. Per Vannacci, infatti, “il minuto di silenzio negato all’Europarlamento di Bruxelles, con tutto l’emiciclo sinistro dell’aula che applaudiva per questa negazione, è stato un indicatore vergognoso della situazione che si è venuta a creare”. Ma l‘eurodeputato della Lega non sembrerebbe affatto intimorito o preoccupato, come ha spiegato ieri sera, ospite al programma Quarta Repubblica su Rete 4. “Ho passato la mia vita a fare un mestiere molto rischioso – ha osservato – ma gestisco il rischio e mi faccio la scorta da solo”. Niente paura dunque, ma soltanto consapevolezza: “Vado avanti, non cambio le mie idee per queste minacce” perché “metto in conto il rischio”.
Capitolo regionali: testa a testa Lega-Forza Italia per il Veneto
Ma in Italia, il dibattito sulla violenza verbale e l’odio politico, innescato dalla morte di Charlie Kirk, è destinato ad intrecciarsi, in modo tutt’altro che casuale, con il capitolo elezioni regionali. Rimanendo in casa del centrodestra, in particolare è il Veneto la regione più problematica, contesa tra Lega e Fratelli d’Italia su chi sarà il potenziale successore di Luca Zaia.
Per il segretario del Carroccio, Matteo Salvini, il prossimo candidato governatore veneto potrebbe essere scelto domenica prossima a Pontida davanti al popolo leghista. E proprio sullo storico prato il leader più atteso sarà Roberto Vannacci, che affiancherà sul palco Salvini. Per il segretario del Carroccio, Vannacci resta “un valore aggiunto” perché “unisce e porta ad avvicinarsi alla politica gente fino a ieri si sentiva lontana”. Tuttavia, l’accordo con gli alleati non c’è ancora. E i tempi per l’ufficializzazione del nome restano incerti, nonostante le rassicurazioni di Salvini che garantisce una chiusura a breve, entro i “prossimi giorni”.
L’ottimismo del leader del Carroccio deriva dalla certezza di poter capitalizzare i buoni risultati raggiunti in Veneto con Zaia. Un segno inequivocabile per continuare a garantire un nuovo candidato leghista alla guida della regione. Se ciò dovesse accadere, sarebbe preservata la regola della continuità già vista in Calabria con la candidatura del forzista Roberto Occhiuto.