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San Siro, l’ora della verità. A Milano il voto che decide il futuro dello stadio

di Antonio Fera29 Settembre 2025
29 Settembre 2025
san siro

Stadio Giuseppe Meazza in San Siro (Milano) | Foto Ansa

MILANO – I milanisti lo chiamano “San Siro”, dal nome del quartiere in cui è situato. Gli interisti prediligono l’intitolazione ufficiale dell’impianto, “Meazza”, in onore del grande calciatore italiano che, pur avendo militato per entrambe le sponde del Naviglio, è stato soprattutto una bandiera nerazzurra. Per tutti gli amanti di questo sport è semplicemente “La Scala del calcio”. Per San Siro è il giorno della verità. Dalle 16.30, infatti, il consiglio comunale di Milano si riunirà, a oltranza, per votare l’approvazione o la bocciatura della delibera che prevede la cessione dello stadio (e dell’area limitrofa) a Milan e Inter per 197 milioni di euro.

Due indecisi a Palazzo Marino

Il rebus per il passaggio della delibera è innanzitutto nei numeri: i voti necessari per approvare la delibera sulla cessione dello stadio sono 25 su 49. Con alcuni membri della maggioranza di centrosinistra che hanno già espresso la loro contrarietà alla vendita. Per ora il sindaco Beppe Sala è sicuro di 23 “sì”, compreso il suo. Ne mancherebbero solo due per raggiungere la soglia dei 25. I due consiglieri ancora indecisi sarebbero il capogruppo della lista Sala Marco Fumagalli e la consigliera del Pd Monica Romano. Anche se, come riferito da Il Giorno, tra lo staff del sindaco “si respira un cauto ottimismo”.

I contrari alla delibera

Finora la cessione di San Siro ha letteralmente spaccato in due l’assemblea di Palazzo Marino. Se i favorevoli sono 23 (ma potrebbero diventare 25), i contrari sono 24. Tra i consiglieri che hanno già annunciato la loro opposizione alla delibera, sette sono del centrosinistra: i dem Alessandro Giungi, Rosario Pantaleo e Angelo Turco; Tommaso Gorini, Francesca Cucchiara e Carlo Monguzzi di Europa Verde ed Enrico Fedrighini (gruppo misto). Diciassette, invece, i consiglieri di centrodestra contrari al provvedimento, provenienti dalle fila di FdI, Lega, FI, Noi Moderati e lista Bernardo.

Quando arriverà il verdetto

Il verdetto potrebbe arrivare anche nella notte. La seduta del consiglio comunale, convocata alle 16.30, andrà avanti finché l’assemblea di Palazzo Marino non avrà analizzato tutti i 50 emendamenti e la delibera. Ci vorranno alcune ore per la votazione. Insomma, si potrebbe fare notte, con la decisione finale che potrebbe arrivare anche martedì. Ma non sono ammessi rinvii: il 30 settembre, infatti, scade la proposta di acquisto di Inter e Milan.

Il progetto

Secondo il progetto e i rendering presentati dalle due società, i posti a sedere presenti nel nuovo stadio San Siro saranno 71 mila. L’attuale struttura, inaugurata nel 1926 e rimaneggiata più volte, attualmente dispone di circa 76 mila posti. Della vecchia struttura, dopo la demolizione e la rifunzionalizzazione, rimarrà il 9%. Il progetto di rigenerazione urbana intorno all’impianto 281mila metri quadrati. L’attuale area di San Siro è di 355 mila.

Cosa faranno Inter e Milan in caso di fumata nera

Se il consiglio comunale dovesse bocciare la delibera voluta da Sala, Inter e Milan sarebbero pronte a lasciare Milano per trovare una soluzione nell’hinterland. I nerazzurri avevano valutato l’ipotesi Rozzano, i rossoneri hanno già investito a San Donato. Una terza via potrebbe essere quella di individuare un’area in cui far sorgere uno stadio comune.

Il presidente del Milan: “Sono fiducioso, con un ‘no’ perdiamo tutti”

“Mi sembra che siamo in dirittura d’arrivo – sono le parole del presidente del Milan Paolo Scaroni a Milan Tv – Poi naturalmente il consiglio comunale dovrà decidere, ma resto ottimista perché faccio fatica a immaginare come si possa rifiutare un progetto di ammodernamento della città e dell’intero quartiere che farà bene a Milano, al calcio milanese e a quello italiano. Insomma, qualcosa che farà bene a tutti”. Il presidente del club di via Aldo Rossi ha aggiunto: “Siamo fiduciosi, perché se dovessero, per ipotesi, sollevarsi problemi, tutti perderemmo: le squadre, Milano, l’Italia, il calcio italiano. Non vedo bene chi si potrebbe prendere la responsabilità di creare un danno di questo tipo”.

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