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Piano Trump, la giravolta di Netanyahu: “No al ritiro dell’Idf”. Smotrich: “Finirà in lacrime”

di Valerio Francesco Silenzi30 Settembre 2025
30 Settembre 2025
netanyahu trump gaza

Netanyahu e Trump | Foto Ansa

WASHINGTON – Si intravedono le prime crepe nella proposta presentata ieri dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump sulla pace a Gaza. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che al fianco di Trump si era mostrato collaborativo ed entusiasta del piano, ha già manifestato i primi ripensamenti.

Le parole di Netanyahu

“L’Idf rimarrà in gran parte nella Striscia”, ha dichiarato in un video pubblicato oggi sul suo profilo Telegram. Un’affermazione in netto contrasto con uno dei punti del piano, che prevede il ritiro graduale delle truppe israeliane e il dispiegamento di una ‘forza di stabilizzazione internazionale’. “Ci viene detto: dovete accettare le condizioni di Hamas. L’esercito deve ritirarsi e Hamas può rafforzarsi, controllare la Striscia… No, no, non funziona così”, ha aggiunto Netanyahu. 

Il primo ministro si è anche detto profondamente contrario all’autodeterminazione del popolo palestine, scontrandosi ancora una volta con il programma discusso a Washington: alla fine della ricostruzione – si legge – ‘si potrebbero verificare le condizioni per aprire un percorso credibile verso l’autodeterminazione e la creazione di uno Stato palestinese’.

La rabbia di Smotrich

Malumori sono stati manifestati anche dall’interno del governo israeliano. Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, in un post su X, ha definito il piano in 20 punti di Trump un “miscuglio indigesto”. “È un clamoroso fallimento diplomatico, un chiudere gli occhi e voltare le spalle a tutte le lezioni del 7 ottobre. A mio avviso, finirà anche in lacrime. I nostri figli saranno costretti a combattere di nuovo a Gaza”, ha detto.

I punti del piano

Oltre al ritiro delle truppe israeliane e alla creazione di uno Stato palestinese, il piano di Trump prevede altri punti significativi. Tra questi una riqualificazione di Gaza “a beneficio della popolazione di Gaza, che ha già sofferto abbastanza”. Un punto che scongiura la deportazione dei civili, un’ipotesi messa sul tavolo negli ultimi mesi, che avrebbe trasformato la Striscia in una lussuosa riviera. È prevista anche la liberazione di tutti gli ostaggi israeliani entro 72 ore. Una volta rilasciati tutti i rapiti, Israele consegnerà 250 ergastolani più 1700 cittadini di Gaza catturati dopo l’attentato del 7 ottobre 2023. Riprenderà anche l’afflusso di aiuti umanitari.

Gaza sarà governata da un comitato palestinese tecnocratico e apolitico, responsabile della gestione quotidiana dei servizi pubblici e delle amministrazioni comunali per la popolazione. Il comitato sarà composto da palestinesi qualificati ed esperti internazionali, con la supervisione di un nuovo organismo internazionale di transizione: il “Board of Peace”, che sarà presieduto dal presidente Trump, con altri membri e capi di Stato che saranno annunciati in futuro, tra cui l’ex primo ministro inglese Tony Blair.

L’approvazione internazionale

Il piano di Trump ha incassato grande favore internazionale, con vari Paesi che hanno manifestato pubblicamente la loro approvazione. Anche la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen ha ribadito il sostegno dell’Ue e si dice pronta a contribuire.

Appoggio anche da parte della Russia, che “sostiene e accoglie con favore” il piano di Donald Trump per Gaza. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Interfax.

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