ROMA – La Camera dei deputati ha negato l’autorizzazione a procedere sul caso Almasri nei confronti dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Il capo del Viminale e il sottosegretario erano accusati di favoreggiamento e peculato, mentre al numero uno di via Arenula era stata contestata anche l’omissione di atti d’ufficio. In aula la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che avrebbe partecipato alla votazione.
Il voto prende le mosse dalla vicenda dell’espatrio del generale libico, Njeem Almasri, sul quale pendeva un mandato d’arresto della Corte penale internazionale. Il militare, entrato in Italia il 18 gennaio 2025, viene arrestato dalla Digos, ma il suo arresto non viene convalidato dalla Corte d’Appello di Roma a causa di alcune criticità procedurali. Il governo italiano espelle Almasri per motivi di sicurezza nazionale, ma i dubbi sul corretto procedimento messo in atto dall’esecutivo rimane.
Da giorni, parlamentari e ministri di maggioranza erano stati caldamente invitati a partecipare alla votazione per evitare che qualche assenza mettesse a rischio il salvataggio degli accusati. “Da modesto giurista, lo strazio che il Tribunale dei ministri ha fatto delle norme più elementari del diritto è tale da stupirsi che non gli siano schizzati i codici dalle mani, ammesso che gli abbiano consultati”. Queste le parole del ministro Carlo Nordio, in Transatlantico, appena uscito dall’Aula dove ha incassato il no all’autorizzazione a procedere nei suoi confronti.