TEL AVIV – Il giorno più atteso è arrivato. I primi sette ostaggi israeliani sono stati rilasciati da Hamas, in una zona nel sud di Gaza, poco dopo le sette di questa mattina, lunedì 13 ottobre. Successivamente, anche i restanti tredici hanno potuto riabbracciare le famiglie e la libertà dopo 738 giorni di prigionia. Inizierà, invece, nel pomeriggio, come riportano fonti palestinesi, la restituzione dei corpi dei 28 ostaggi israeliani morti a Gaza.
Emozione a Tel Aviv per il rilascio degli ostaggi
Una marea umana si è riversata nella Piazza degli Ostaggi, nel cuore di Tel Aviv, trasformando un luogo di dolore in una scena carica di attesa e tensione.

Oltre centomila hanno accolto con grida e applausi le immagini dei primi ostaggi liberati, trasmesse in diretta sui maxi-schermi. Un momento carico di storia, commozione e rabbia, che ha scosso il Paese intero.

Nel centro della piazza è stato installato un tunnel in cartapesta e cemento, fedele riproduzione dei cunicoli sotterranei di Gaza, per mostrare simbolicamente le condizioni in cui gli ostaggi sarebbero stati rinchiusi per più di settecento giorni. Attorno, tavoli vuoti attendono chi ancora non è tornato. Sedie senza persone, nomi senza volti: un’assenza che pesa come pietra.

Trump alla Knesset
“Questo è un mio grande onore. Un grande e bel giorno. Un nuovo inizio”. Così il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha scritto sul libro degli ospiti che ha firmato alla Knesset. Il tycoon, accompagnato dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, nel suo discorso al parlamento israeliano ha affermato che “Israele ha vinto tutto ciò che si poteva ottenere con la forza delle armi” e che ora “è il momento di trasformare queste vittorie nel premio finale: pace e prosperità per l’intero Medio Oriente”. Ha definito questa giornata “un giorno di profonda gioia, di speranza crescente, di fede rinnovata” e “l’alba storica di un nuovo Medio Oriente”. Sottolineando l’importanza di Gaza, Trump ha dichiarato che “l’attenzione deve concentrarsi interamente sul ripristino della stabilità, della sicurezza, della dignità e dello sviluppo economico”. Riferendosi agli attacchi del 7 ottobre, ha ricordato che “gli Stati Uniti hanno pianto insieme a voi” e ha ribadito l’impegno: “Non dimenticare mai e mai più”. Trump ha infine condannato decenni di terrorismo e antisemitismo, affermando che “si sono ritorti contro di loro in modo totale”, e ha auspicato che “le nazioni produttive e responsabili della regione diventino partner e amiche”, mantenendo aperta “la mano dell’amicizia anche con l’Iran”.

Le reazioni internazionali
Mentre tutti i detenuti palestinesi che dovevano essere liberati nell’ambito dell’accordo sono stati rilasciati dalle prigioni israeliane, le reazioni, in merito al rilascio dei venti ostaggi israeliani, a livello internazionale, non si sono fatte attendere. A partire dall’Unione Europea. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha definito il rilascio degli ostaggi una “pietra miliare” e un “momento di sollievo per il mondo intero”, assicurando che l’Ue contribuirà al successo del piano di pace per Gaza con sostegno alla governance e finanziamenti per la ricostruzione. L’Alto Rappresentante, Kaja Kallas, ha annunciato la riapertura della missione Ue al valico di Rafah per sostenere il cessate il fuoco.
Lato italiano, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha definito la giornata “storica”, frutto della diplomazia internazionale e del piano di pace di Donald Trump. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani parla, invece, di “luce di speranza” e ha invitato a consolidare la pace, confermando l’impegno italiano per il progetto dei “due popoli, due Stati”.
Il premier britannico, Keir Starmer, ha sottolineato che si tratta della “prima fase cruciale per porre fine alla guerra” e ha promesso aiuti umanitari e sostegno alla ricostruzione di Gaza. Esprime la sua gioia anche il presidente francese, Emmanuel Macron, affermando che la Francia “sarà coinvolta in ogni fase del piano del presidente Trump”.