ROMA – “Se il Papa fa il miracolo partoriamo la manovra, se non lo fa non la partoriamo”. A dare la timeline sulla legge di bilancio il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che, a margine della visita ufficiale di Papa Leone al Quirinale, ha detto: “Oggi chiudiamo i numeri, poi le norme si perfezioneranno giovedì o venerdì”. All’ordine del giorno del Cdm convocato a Palazzo Chigi per le 15.30 il Documento programmatico di bilancio, che Roma deve inviare a Bruxelles entro il 15 ottobre. Ore decisive, dunque, per limare gli ultimi dettagli. Le trattative – soprattutto sulle pensioni – proseguiranno fino all’ultimo. Intanto dal comitato esecutivo dell’Abi arriva il sì ai contributi concordati delle banche al Bilancio dello Stato, “in più anni”. Ridimensionato, però, il taglio delle tasse: la riduzione dell’Irpef si fermerà ai redditi fino a 50 mila euro.
Le misure sul tavolo del governo
Sarà una manovra da 16 miliardi, la più “leggera” dal 2014. Rispetto alle proposte al vaglio del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti si va dal taglio dell’Irpef alla rottamazione quinquies, dalla sterilizzazione parziale dell’aumento dell’età pensionabile agli aiuti alle famiglie, dalla sanità alle imprese. L’ultimo vertice di maggioranza, quello del 12 ottobre a casa della premier Giorgia Meloni ha tirato le fila, ma c’è ancora margine per modificare alcune misure.
Abi verso il sì ai contributi concordati delle banche in più anni
Il comitato esecutivo dell’Abi, riunitosi il 13 ottobre, ha approvato all’unanimità la prosecuzione “in via straordinaria” dei “contributi poliennali al Bilancio dello Stato”. Una nota dell’associazione sul contributo chiesto dal governo alle banche – vero nodo della manovra fino al sì del comitato esecutivo – chiarisce che si tratta di un contributo che va “nella stessa logica concordata lo scorso anno, per il rilancio dell’economia e per la solidarietà sociale”. Forza Italia si era detta contraria a un intervento unilaterale sugli istituti di credito, ma il governo, in tal senso, ha tirato dritto.
Irpef, ridimensionato il taglio delle tasse
Nella manovra 2026 sono inclusi un nuovo taglio Irpef e una nuova rottamazione. Dopo la riduzione dell’aliquota per i redditi più bassi, quest’anno il governo mira ad alzare l’asticella e tagliare l’Irpef ai redditi fino a 50 mila euro. La riduzione, dal 35% al 33%, equivale a circa 440 euro in più in busta paga all’anno, per un costo stimato di circa 2,8 miliardi di euro. La maggioranza sarebbe voluta arrivare fino ai 60 mila euro di reddito, ma in quel caso il costo per le casse dello Stato salirebbe a quasi 5 miliardi di euro.
Nuova rottamazione e pensioni
Nella bozza del Dpb resta, però, la nuova rottamazione delle cartelle esattoriali, fortemente voluta dal Carroccio. Il partito di Matteo Salvini spinge per una rateizzazione ampia su 9 anni e 108 rate, ma nella maggioranza si punta all’ introduzione di un acconto di “garanzia” del 5%.
Nel Dpb dovrebbe entrare la sterilizzazione selettiva per l’aumento dell’età pensionabile a partire dal 2027: il blocco di tre mesi potrebbe essere graduale e non per tutti. Lo stop completo dell’innalzamento sarebbe riservato solo per chi avrà compiuto 64 anni nel 2027. Fra le ipotesi al vaglio di via XX Settembre anche una nuova proroga di Opzione donna, Quota 103 e Ape sociale.
Aiuti alle famiglie, sanità e imprese
Per la prima casa l’ipotesi è quella di un’esclusione selettiva dal calcolo dell’Isee, prevedendo un limite massimo al valore catastale. Sul fronte della Sanità, cui dovrebbero arrivare 2,5 miliardi, il ministro Schillaci punta a potenziare il personale con nuove assunzioni di medici e infermieri. Per la famiglia si sta definendo un pacchetto di misure da circa un miliardo, che comprende la conferma del congedo parentale retribuito all’80%, il bonus mamme, nuove detrazioni fiscali basate sul quoziente familiare e il bonus libri.