TEL AVIV – L’equilibrio della pax trumpiana in Medio Oriente rischia di vacillare. Mentre la Knesset approva, con una votazione preliminare, un disegno di legge per applicare la sovranità israeliana sulla Cisgiordania, il premier Benjamin Netanyahu e il vicepresidente Usa JD Vance ammettono che i passi verso una pace duratura saranno i più difficili.
Rubio ammonisce lo stato ebraico
Il braccio destro di Trump si è detto però “ottimista” sulla tenuta della pace e ha rassicurato che “le violenze di domenica scorsa non vogliono dire la fine del cessate il fuoco”. Meno speranzoso, invece, il Segretario di Stato americano Marco Rubio che rispetto alla possibile annessione della Cisgiordania ha ammonito lo Stato ebraico, avvertendolo che la mossa espansionistica israeliana “è una minaccia per la pace”. “Penso che il presidente Trump abbia chiarito che non è qualcosa che possiamo sostenere in questo momento”, ha ribadito Rubio mentre saliva sul suo aereo per una visita in Israele.
Ankara avverte: “La decisione della Knesset è un passo provocatorio”
Dura la reazione della Turchia che, tramite un comunicato del ministero degli Esteri di Ankara, ha definito la bozza di disegno di legge passata alla Knesset come un “passo provocatorio, compiuto in un momento in cui sono in corso gli sforzi per stabilire la pace a Gaza”, oltre che “una grave violazione del diritto internazionale”.
La sentenza della Corte di Giustizia e la risposta israeliana
Un richiamo al rispetto delle norme di ius cogens arrivato anche dalla Corte internazionale di Giustizia. Tramite una sentenza, ha stabilito che Israele è legalmente obbligato a cooperare con le agenzie delle Nazioni Unite e a interrompere immediatamente “l’utilizzo della fame come arma di guerra”. L’opinione interna allo Stato ebraico, però, sembrerebbe andare nella direzione opposta. Nonostante la sentenza dell’Aja, un funzionario israeliano, parlando in forma anonima all’emittente pubblica Kan, ha affermato che l’Unrwa “non metterà più piede a Gaza” in quanto collusa con Hamas. Le accuse del funzionario sono state smentite direttamente dalla Corte che ha dichiarato di non aver ricevuto “prove sufficienti” a sostegno della tesi portata avanti, nei mesi scorsi, anche dal governo israeliano.
Il presidente Mattarella: “Onu va difeso, è sotto attacco”
L’operato degli organi delle Nazioni Unite è stato difeso anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. In un’intervista a “La Voce di New York”, il capo dello Stato ha parlato dell’Onu come “un ordine internazionale elaborato su valori condivisi come pace, sicurezza e cooperazione” che “va difeso perché sotto attacco”. ”L’alternativa – sottolinea Mattarella – sarebbe il regresso a un mondo in perenne ebollizione, regolato da temporanei rapporti di forza, in ultima analisi da quella realtà che ha condotto alle macerie seguite allo scoppio della seconda guerra mondiale.”
Le operazioni militari nella Striscia e in Siria
E mentre la politica internazionale concentra le sue energie nel mantenimento della tregua a Gaza, nella Striscia continuano le operazioni militari di Tsahal. I carri armati israeliani hanno attaccato la zona di Sheikh Nasser, a sud di Khan Yunis, “con potenti esplosioni udite in tutta la zona”, hanno riferito fonti locali. Me le incursioni dell’Idf si sono spinte oltre i confini della Striscia. Infatti secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, pattuglie israeliane a bordo di veicoli militari si sarebbero infiltrate nella zona sud-occidentale del Paese, nella regione di Qunaytra, dove sono stati uditi tre colpi di mortaio sparati dall’artiglieria israeliana. Le notizie positive arrivano, invece, dall’Oms che, tramite il suo capo Tedros Adhanom, ha dichiarato di aver evacuato 41 pazienti critici e 145 accompagnatori da Gaza, i primi dall’entrata in vigore del cessate il fuoco. Adhanom ha invitato “le nazioni a mostrare solidarietà e ad aiutare i 15.000 pazienti che sono ancora in attesa dell’autorizzazione a ricevere cure mediche fuori dalla Striscia”.