BRUXELLES – La Commissione europea potrebbe presto avere più libertà di manovra nella lotta contro il cambiamento climatico. Secondo quanto diffuso dalla presidenza danese, nella bozza di compromesso sull’obiettivo intermedio al 2040 che prevede una valutazione biennale sulla traiettoria di riduzione delle emissioni, fissata al 90% nel 2040, viene contemplata la possibilità di rivedere l’obiettivo se necessario.
Il nuovo quadro di revisione climatica Ue
La clausola di revisione riflette le richieste emerse dal recente vertice Ue, mirate a rendere il processo più attendibile. La valutazione biennale della Commissione si baserà sui fattori chiave come le recenti evidenze scientifiche, i progressi tecnologici e le sfide per la competitività. Sebbene la presidenza non abbia modificato l’obiettivo del 90% di riduzione rispetto ai livelli del 1990, la bozza mantiene tra parentesi la quota del 3% di contributo al target che può provenire dall’acquisto di crediti di carbonio extra-Ue, un punto ancora in discussione. Paesi come Italia e Francia, ad esempio, vorrebbero aumentare la quota del 5% per raggiungere l’obiettivo. Bruxelles, inoltre, sta valutando di indebolire il divieto per le auto a motore a combustione del 2035 dopo le pressioni esercitate da Germania e Italia.
Le parole di Meloni e Tusk
Il dibattito sugli obiettivi climatici e sull’agenda verde dell’Ue è stato acceso al vertice dei leader. La premier italiana Giorgia Meloni ha avvertito che non avrebbe sostenuto l’obiettivo se non fosse stato accompagnato da un “cambiamento di approccio”. Al suo arrivo, il suo omologo polacco, Donald Tusk, ha dichiarato che “le politiche climatiche eccessivamente ambiziose sono un errore e alimentano gli estremisti”. Prima del vertice, la commissaria von der Leyen, che a luglio aveva presentato l’emendamento alla legge sul clima che avrebbe fissato l’obiettivo di una riduzione del 90% delle emissioni entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990, ha esortato in una lettera a considerare le flessibilità incluse nella proposta prima di respingerla.
Proteggere la competitività
Il testo precisa anche che, in caso di un percorso di riduzione delle emissioni più lento del previsto, le eventuali carenze degli assorbimenti naturali o tecnologici non dovranno gravare sugli altri settori economici. La bozza dovrà essere discussa dagli ambasciatori degli Stati membri in vista dell’accordo politico atteso per il Consiglio Ambiente del 4 novembre. La sfida è quella di trovare un equilibrio tra le necessità di ridurre le emissioni e la competitività economica. Ecco perché la Commissione Europea dovrà camminare su un filo sottile per garantire che gli obiettivi climatici siano raggiunti senza compromettere la crescita economica.


