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Perché Trump minaccia la crociata della Nigeria

di Lorenzo Giovanardi13 Novembre 2025
13 Novembre 2025
nigeria

Il grupo armato jihadista Boko Haram | Foto Ansa

Nelle ultime settimane lo scenario internazionale s’è arricchito di un nuovo fronte. Lo ha aperto Donald Trump, per ora solo a parole. C’entra la Nigeria, da anni teatro di violente persecuzioni contro i cristiani. Sono le 21,43 di sabato 1. novembre quando, su Truth, il presidente americano lancia un messaggio inatteso. Il destinatario è Bola Tinubu, il leader musulmano del Paese. 

Il monito: “Interverrò se non fermate le uccisioni di cristiani”

“Se il vostro governo non riuscirà a fermare le uccisioni di cristiani, interromperò immediatamente tutti gli aiuti e l’assistenza alla Nigeria”. Trump non esclude la possibilità di “entrare in quel Paese, ora caduto in disgrazia, sparando a tutto spiano”. Dal 2024 sono oltre tremila i cristiani uccisi dai gruppi armati jihadisti e 2.800 quelli rapiti. Numeri che – afferma il report realizzato da Open Doors – fotografano solamente una parte dei casi, visto che molti non vengono registrati. Tinubu, dal canto suo, ha respinto le accuse: “Gli sforzi del governo per salvaguardare la libertà di religione per tutti i nigeriani sono costanti e sinceri”.

Il grafico riporta i numeri della persecuzione dei cristiani in Nigeria negli ultimi anni secondo un report di Open Doors

Nigeria, le tensioni che lacerano il Paese

Ma cosa sta succedendo davvero? Da anni la Nigeria convive con forti divisioni al suo interno: da un lato violenze di natura religiosa, legate ai gruppi jihadisti che vogliono liberare il Paese dalle confessioni non musulmane (i cristiani, secondo questa logica, sono infedeli da eliminare); dall’altro i conflitti tra etnie. I pastori, ad esempio, sono Fulani a maggioranza musulmana. I contadini invece – prevalentemente stanziali – sono Yoroba e in gran parte cristiani. Gli scontri tra queste due fazioni sono continui, non solo per motivi religiosi, ma anche economici. In questo contesto, le violenze contro i cristiani non sono certo una novità. Ma perché Trump si interessa solo adesso della questione?

L’interesse di Trump sulla questione nigeriana: perché proprio ora

Secondo l’ex reporter di guerra del Sole24ore Alberto Negri, il numero uno americano vuole mandare segnali ai suoi nemici internazionali: su tutti la Cina e la Russia, Paesi che negli ultimi anni hanno intensificato notevolmente i rapporti con la Nigeria. “Anche perché – spiega a Lumsanews il giornalista – nella parte meridionale del Paese c’è un’importante presenza di petrolio”. 

Secondo altri esperti del continente africano come Matteo Giusti, collaboratore della rivista Domino, dietro la scelta della Casa Bianca si nasconderebbero pressioni interne agli Stati Uniti. Trump ha infatti una forte base elettorale tra i cristiani, che “starebbero spingendo affinché i fedeli in Nigeria non vengano lasciati in mano al terrorismo”. Senza dimenticare il possibile ruolo del segretario di Stato Marco Rubio e del vicepresidente J.D Vance, entrambi cattolici. “Vance si è convertito al cattolicesimo e i convertiti sono quelli più convinti, quindi anche lui sicuramente ha avuto un suo peso”, prosegue Giusti.
Secondo Luciano Pollichieni, curatore di Africanismi, Trump starebbe invece rispondendo ad alcune prese di posizione del governo nigeriano contrarie agli interessi di Washington. In particolare, “al presidente americano risulta indigesto l’incremento degli investimenti cinesi nell’area, nonché l’intensificazione delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi”.

Donald Trump | Foto Ansa


I gruppi islamisti presenti sul territorio

Anche la questione del terrorismo islamico riveste un ruolo cruciale. In Nigeria ci sono 230 milioni di abitanti, divisi in modo paritario tra cristiani (a sud) e musulmani (a nord). Negli ultimi decenni, nella parte musulmana del Paese, sono nati diversi gruppi armati. Tra questi quelli di ispirazione islamista Boko Haram e Iswap (lo Stato Islamico della provincia dell’Africa occidentale). Senza dimenticare quelli meno conosciuti e recenti: Ansaru e Lakurawa. Alcuni sono indipendenti, altri collegati ad Al-Qaeda, all’Isis o ad altri movimenti. Il quadro del terrore viene arricchito dai Fulani, un’etnia radicalizzata che opera nella Middle Belt nigeriana, la zona centrale del Paese, popolata principalmente da cristiani. Come spiega Cristian Nani, direttore di Open Doors, i miliziani Fulani sono responsabili del 55% delle morti cristiane registrate tra il 2019 e il 2023.

La caccia ai cristiani e l’assalto alle chiese

L’obiettivo dichiarato di questi gruppi è l’islamizzazione totale del Paese. Molte vittime cristiane hanno raccontato che, quando i Fulani assaltano le popolazioni inermi, non si limitano a urlare “Allahu Akbar” (Dio è grande), ma esclamano “A morte tutti i cristiani”. Secondo le ricerche di Open Doors e dell’Osservatorio per la libertà religiosa in Africa, i dati relativi ai civili uccisi nel nord parlano chiaro: i cristiani rischiano la vita 6,5 volte in più rispetto ai musulmani. Ma i gruppi islamisti non uccidono solo per motivi religiosi. Se i cristiani a sud sono per lo più agricoltori, a nord i musulmani sono in gran parte pastori. La desertificazione indotta dal cambiamento climatico ha spinto queste fazioni, tra cui gli allevatori Fulani, più a sud alla ricerca di terre fertili. Neanche le chiese vengono risparmiate dai terroristi. Come spiega Nani, solo dal 1 ottobre 2022 al 31 settembre 2024, sono stati assaltati più di 850 luoghi di culto o edifici connessi (scuole e ospedali). I dati riflettono soltanto gli episodi registr ati. “I numeri reali – sostiene –  sono molto più alti”.

Una bambina tra le macerie in Nigeria

Il ruolo del governo nigeriano: i cristiani non sono tutelati

Secondo il direttore di Open Doors,  sia il governo nigeriano di Tinubu che le altre autorità del Paese non proteggono i cristiani. Spesso gli avvertimenti vengono ignorati e le forze di sicurezza intervengono tardi. La risposta statale è, di fatto, inefficace.

Ora gli occhi sono puntati su Trump. Da capire se dalle minacce passerà ai fatti e se il suo interesse per la questione attenuerà gli scontri e le persecuzioni nel Paese. È quello che sperano molti cristiani della Nigeria. Ma Negri frena l’entusiasmo, paventando lo spettro di nuovi scontri intestini: “Se Trump decide di intervenire militarmente non otterrà la pace ma solo ed esclusivamente una guerra civile”. 

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