NEW YORK – Per non restare lettera morta e per il passaggio alla seconda fase dell’intesa su Gaza, il piano di pace Trump siglato a Sharm el-Sheikh doveva passare dal vaglio del Palazzo di vetro. Risultato raggiunto ieri, quando il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha approvato la risoluzione presentata dagli Stati Uniti. Il via libera è arrivato al primo colpo, grazie a 13 “sì” e all’astensione di Russia e Cina. Il testo autorizza una forza internazionale di stabilizzazione per la Striscia, che dovrà occuparsi anche del disarmo di Hamas.
Cosa prevede il testo
Il testo prevede l’insediamento di una forza di stabilizzazione internazionale dispiegata per due anni a Gaza, con l’obiettivo di garantire la transizione post-conflitto. A supervisionare il processo un “Board of Peace”, guidato dal presidente americano Donald Trump. La risoluzione si concentra anche sul disarmo di Hamas – con un riferimento a una “via credibile” verso l’autodeterminazione palestinese – aprendo la prospettiva alla nascita di un futuro Stato di Palestina.
La bozza presentata da Mosca
Il testo ha ottenuto il sostegno di molti stati arabi e musulmani, tra cui Egitto, Giordania, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Indonesia, Turchia e Pakistan. Dei 15 paesi membri del Consiglio di sicurezza 13 hanno votato a favore, mentre Cina e Russia si sono astenute. Nei giorni scorsi, Mosca aveva presentato una bozza alternativa a quella di Washington che non menzionava la smilitarizzazione di Gaza né il tanto discusso “Board of Peace” voluto da Trump e dall’ex premier britannico Tony Blair. I russi preferivano affidare al segretario generale dell’Onu l’amministrazione transitoria dell’enclave e il compito di valutare le “opzioni per il dispiegamento della Forza internazionale di stabilizzazione” (togliendole così a Washington). Linea condivisa anche dalla Cina e dall’Algeria.
Le trattative e il voto finale
A premere per il via libera alla risoluzione americana nel corso delle trattative si è aggiunta anche l’Autorità Nazionale Palestinese. A quel punto per Mosca e Pechino sarebbe stato difficile opporsi a un testo sostenuto dalla Palestina e dall’intera regione, oltre che da numerosi Paesi europei. Pechino e Mosca, non esercitando il diritto di veto che avrebbe potuto bloccare la risoluzione, hanno permesso la rapida approvazione della risoluzione Usa.
Resta il nodo disarmo
Dall’ok di ieri dipendeva l’avvio della fase due del piano dopo la tregua, lo scambio dei prigionieri e il parziale ritiro dell’Idf dalla Striscia. Resta tuttavia uno dei nodi più critici: il disarmo di Hamas. Il piano lo prevede espressamente, ma il movimento armato mantiene il controllo su circa metà della Striscia e non mostra alcuna intenzione di rinunciare alle armi, rendendo l’attuazione di questa parte dell’accordo estremamente complessa.
Trump: “Risoluzione di portata storica”
Il presidente degli Stati Uniti ha condivido su Truth tutto l’entusiasmo per quello che lui stesso considera un successo personale. “Questa sarà ricordata come una delle più grandi approvazioni nella storia delle Nazioni Unite, porterà a ulteriore pace in tutto il mondo ed è un momento di vera portata storica!”, ha scritto Trump.

Herzog: “L’Europa si allontani dai pregiudizi e incoraggi l’Anp sulle riforme”
“Crediamo che il piano del presidente Trump porterà alla pace e alla prosperità perché insiste sulla completa smilitarizzazione, sul disarmo e sulla deradicalizzazione di Gaza – è la linea espressa dall’ufficio del primo ministro israeliano Netanyahu in una nota – Ciò porterà all’espansione degli Accordi di Abramo”. Congratulandosi con Trump, il presidente israeliano Isaac Herzog ha invitato la comunità internazionale a fare la sua parte: “Spero che l’Europa si allontani dai suoi vecchi pregiudizi sulla situazione e dal gioco delle accuse contro Israele. Dica chiaramente e francamente alla leadership palestinese: andate avanti con le riforme, smettete di pagare i terroristi, smettete di incoraggiare la retorica che incoraggia i terroristi, sediamoci a un tavolo e troviamo nuove soluzioni per la nostra convivenza futura, perché siamo tutti figli di Abramo e Sara”.
Hamas: “Non rispettati i diritti dei palestinesi”
Hamas, invece, ha respinto nettamente il testo approvato all’Onu affermando che non rispetta le “richieste e i diritti” dei palestinesi. “Questa risoluzione non soddisfa il livello delle richieste e dei diritti politici e umanitari del nostro popolo palestinese”, ha affermato il gruppo islamista. “La risoluzione impone un meccanismo di amministrazione fiduciaria internazionale sulla Striscia di Gaza, che il nostro popolo, le sue forze e i suoi gruppi costituenti rifiutano, e impone un meccanismo volto a raggiungere gli obiettivi di Israele”, si legge in una nota di Hamas, particolarmente contraria in particolare all’istituzione di una forza internazionale la cui “missione include il disarmo” dei gruppi palestinesi a Gaza.


