GENOVA – Cortei, blocchi stradali e striscioni contro il ministro Adolfo Urso. Riprende così la protesta degli operai dell’ex Ilva di Cornigliano, quartiere industriale di Genova. La decisione delle principali sigle sindacali – Fiom-Cgil, Rsu-Fim-Cisl e Uilm-Uil – arriva a margine dell’assemblea che si è tenuta nella mattinata di oggi lunedì 1° dicembre, contro il piano illustrato dal governo venerdì 28 novembre e che prevede una riduzione delle lavorazioni a Genova. In corteo con alcuni mezzi pesanti, gli operai hanno lasciato lo stabilimento e si sono recati alla stazione di Genova-Cornigliano dove è tuttora in atto il presidio. In mattinata i lavoratori hanno spiegato che verranno piantate le tende fino a quando non ci saranno novità.
Il fallimento del tavolo al Mimit
La lotta era stata sospesa lo scorso giovedì 27 novembre contestualmente all’annuncio della convocazione dei sindacati al tavolo del Mimit, programmato in risposta al precedente sciopero e alla richiesta di un chiarimento da parte dei rappresentanti dei lavoratori e della sindaca di Genova Silvia Salis (indipendente di centro-sinistra sostenuta dal Campo largo). Tuttavia, l’incontro al Ministero si era concluso con una fumata nera. Agli operai non è piaciuto il piano di ridimensionamento dello stabilimento genovese con il trasferimento della zincatura nello stabilimento di Novi Ligure e una riduzione dei lavoratori a 585 unità operative, più 70 impegnate nella formazione.
I Sindacati: “No al piano corto”
“Continua a esserci la prospettiva di una fermata degli impianti di Genova, Novi Ligure e Racconigi. La richiesta è molto chiara: ritiro del piano corto, ovvero il fatto che Taranto produca poco e quel poco non venga mandato al Nord per essere lavorato”, ha commentato il segretario generale della Fiom di Genova Stefano Bonazzi. Dichiarazioni che fanno il paio con quelle di sabato 29 novembre del segretario generale Fim-Cisl Liguria, Christian Venzano, e di Nicola Appice, Rsu-Fim-Cisl: “Di fatto abbiamo ottenuto che si blocchi la banda stagnata e questo è un dato positivo, ma stoppare la zincatura non è accettabile”. La siderurgia “deve aumentare la produzione, rispondendo alla richiesta del mercato e alle esigenze dei clienti”.
Lo scontro politico
“Non c’è un progetto su come mantenere insieme tutti i siti”, ha dichiarato Salis a margine di un evento a Genova, per poi esprimere “preoccupazione” per il mancato impegno del governo in un eventuale statalizzazione “provvisoria e transitoria per poter garantire la produzione in caso di mancata assegnazione” a seguito di una nuova gara. Mentre il presidente della Regione Liguria Marco Bucci ha detto che “Ci saranno questa settimana ulteriori incontri con il ministro Urso e quindi andremo avanti. Siamo in attesa del compratore finale e faremo tutto il possibile affinché questo possa avvenire entro il 28 febbraio”.


