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HomeEconomia Ocse: in Italia Pil in risalita e crescita lenta, debito e export restano critici

Rapporto Ocse sullo sviluppo
Crescita lenta per l'Italia
Aumenta il Pil, frena l'export

Il Pil è previsto allo 0,7% nel 2027

Debito pubblico: supererà 137% nel 2027

di Pietro Bazzicalupi02 Dicembre 2025
02 Dicembre 2025

Il logo dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico | Foto Ansa

PARIGI – Un’Italia in crescita moderata, ma in miglioramento in vista del futuro. È quanto emerge dal rapporto dell’ Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse) presentato oggi, martedì 2 dicembre, a Parigi.

Pil italiano in ripresa

Il Pil è stimato in aumento dallo 0,5% del 2025 allo 0,6% nel 2026, fino allo 0,7% nel 2027. Una ripresa definita “leggera”, frenata da un contesto internazionale complesso: l’atonia dell’export, aggravata dall’aumento dei dazi globali e dalla debolezza dei consumi, continuerà a pesare sull’attività economica, almeno nel breve periodo.

Gli effetti del Pnrr

Secondo l’Ocse, il sostegno degli investimenti pubblici legati al Pnrr resterà determinante fino al 2026. L’effetto si attenuerà nel 2027, quando è attesa anche una stretta di bilancio per 0,3 punti di Pil. Una ripresa della fiducia e condizioni più favorevoli sui mercati esteri potrebbero però rilanciare consumi e investimenti privati.

Il nodo del debito pubblico

Sul fronte dei conti pubblici, l’organizzazione rileva che il consolidamento di bilancio sta contribuendo a ridurre i costi del debito. Il deficit è previsto in discesa al 2,9% del Pil nel 2025 e al 2,6% nel 2027, mentre l’avanzo primario dovrebbe risalire fino all’1,3%. Il debito pubblico, includendo i crediti fiscali del Superbonus, supererà però il 137% nel 2027. Da qui l’invito a mantenere disciplina di bilancio, controllare la spesa pensionistica e migliorare l’efficienza della spesa.

Il commercio estero in affanno

L’Ocse segnala inoltre che il commercio estero resta, invece, un punto debole: nei primi mesi del 2025 i flussi hanno rallentato, con l’export condizionato dalle tensioni globali, nonostante un surplus delle partite correnti in ampliamento.

L’impatto negativo dell’incertezza globale del 2026, quindi, lascerà spazio, nel 2027, a una  ripresa più solida, trainata da investimenti aziendali e domanda esterna in rafforzamento.

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