BRUXELLES – Un graduale stop all’importazione di gas russo e l’inizio dell’era di “indipendenza energetica dell’Europa”. A rendere possibile un connubio che rappresenta “un momento storico per l’Unione europea” è il regolamento su cui il Consiglio Ue e il Parlamento europeo hanno raggiunto un’intesa. Dal Cremlino, intanto, avvertono che la rinuncia alle importazioni russe “peserà sull’economia Ue”.
Il regolamento per lo stop alle importazioni di gas russo
Eliminare gradualmente le importazioni di gas naturale liquefatto (gnl) e di gas tramite gasdotti dalla Russia, con un divieto totale rispettivamente dalla fine del 2026 e dall’autunno 2027. Questo l’oggetto dell’intesa Ue, che dovrà essere ratificata dai 27 e dalla Plenaria. Il regolamento sarà riesaminato entro due anni.
Dopo sei settimane dall’entrata in vigore del regolamento scatterà in modo graduale il divieto, allineandosi con il regime imposto dal 19° pacchetto di sanzioni contro Mosca. L’intesa stabilisce che i contratti di fornitura a breve termine conclusi prima del 17 giugno 2025 dovranno essere interrotti entro il 25 aprile 2026 per il gnl e dal 17 giugno 2026 per il gas da gasdotto. Per quanto riguarda, invece, i contratti a lungo termine di gnl, il divieto scatterà il primo gennaio 2027.
L’intesa prevede sanzioni per chi non rispetta il divieto e una clausola di sospensione del regolamento in caso di “minaccia alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico” di uno o più Stati membri.
La portata della rinuncia all’import russo
L’intesa sull’eliminazione graduale delle importazioni di gas naturale russo segna l’inizio di una nuova era di “piena indipendenza energetica dell’Europa dalla Russia”. A sottolinearlo è Ursula von der Leyen. La presidente della Commissione europea ha commentato che il merito è del piano “REPowerEU che ha dato i suoi frutti. Ci ha protetto dalla peggiore crisi energetica degli ultimi decenni e ci ha aiutato a superare la transizione dai combustibili fossili russi a una velocità record”. Una decisione che pone l’Europa su un piano di solidarietà nei confronti dell’Ucraina. Von der Leyen aggiunge infatti che “esaurendo il tesoro di Putin, puntiamo a nuove partnership e opportunità energetiche per il settore”.
Il commissario europeo dell’energia, Dan Jorgensen, loda il successo europeo che chiuderà “finalmente il rubinetto del gas russo. Non torneremo mai più alla nostra pericolosa dipendenza dalla Russia”.
La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, su X, parla di un “momento storico per l’Europa”. “Una decisione – aggiunge – che colpisce al cuore la macchina di finanziamento della guerra della Russia e rafforza la sicurezza energetica a lungo termine dell’Europa”.
La risposta del Cremlino
La replica di Mosca all’intesa Ue sul gas russo non è tardata ad arrivare. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha sottolineato come la rinuncia della Ue al gas “accelererà solo il processo già in atto negli ultimi anni di perdita del potenziale di leadership dell’economia europea”. Citato dall’agenzia Interfax, Peskov ha avvertito che l’Europa che con tale decisione “si condanna a fonti di energia molto più costose, il che inevitabilmente porterà a conseguenze per l’economia europea e a una diminuzione della competitività dell’Europa” stessa.


