Accordo raggiunto tra Serbia e Kosovo. Ma Belgrado dice ancora “no” all’indipendenza della sua ex provincia

 

«Siamo pienamente coscienti che ci saranno persone in entrambi i Paesi che non saranno contenti di questa soluzione, ma questa è la migliore soluzione possibile per il nostro Paese, per la Serbia e anche per l’Unione europea». Sono le dichiarazioni del premier kosovaro, Hashim Thaci, dopo l’accordo raggiunto tra il governo serbo e quello kosovaro per approvare il testo di mediazione tra i due paesi. L’annuncio è stato dato dall’alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’Unione europea, la baronessa Cathrine Ashton. Un documento storico che era stato siglato venerdì scorso a Bruxelles dal premier serbo Ivica Dacic e dal collega kosovaro Hashim Thaci. A vincere, però, è stata solo la baronessa Ashton, che ha incassato gli elogi di tutta l’Unione.

 

Contenuto dell’accordo. Il documento, che passerà al Parlamento europeo per la ratifica, secondo quanto prevede la legislazione serba, dovrebbe essere discusso dai deputati mercoledì o giovedì. L’accordo è stato raggiunto su una base di 15 punti. Tra alcuni di questi, quelli che hanno messo d’accordo i due premier sono stati l’amministrazione della polizia nella zona settentrionale del Kosovo e le condizioni per l’adesione di quest’ultimo alle organizzazioni internazionali dopo la dichiarazione unilaterale di indipendenza nel 2008. Quindi polizia, giustizia e dogane passerebbero sotto il controllo di Pristina, capitale del Kosovo, che dovrebbe estendere il proprio controllo sull’intero territorio, anche su quelle zone del nord che si sentono legate più alle istituzioni di Belgrado.

Accordo storico. Nel 1999 ci fu l’intervento della NATO contro la Serbia. perchè la sua repressione si faceva via via più pesante e sanguinosa, la NATO adottò una politica di dissuasione e minaccia contro il governo della Repubblica federale iugoslava guidato da Slobodan Milošević. Esercitando forti pressioni, l’Alleanza atlantica ottenne l’avvio dei negoziati di Rambouillet, che si conclusero positivamente nonostante la resistenza dei rappresentanti dell’UÇK a firmare un documento nel quale era formalmente garantita l’autonomia del Kosovo, ma non la sua piena indipendenza.

Quale indipendenza. Per la Serbia l’accordo rappresenta la possibilità di guardare con maggior tranquillità ai negoziati per l’adesione nell’Unione, mentre per il Kosovo si potrà parlare dell’accordo di stabilizzazione e associazione, primo passo per una futura adesione nell’Ue. A ribadire, però, la decisione del governo serbo di non riconoscere ancora l’indipendenza al Kosovo è stato il presidente Tomislav Nikolic che ha affermato: «abbiamo ottenuto una garanzia di sicura protezione per le comunità serbe e il loro diritto di vivere le proprie vite. In ogni caso, ribadisco che la Serbia non riconoscerà mai l’indipendenza della regione».

Marco Stiletti